L'attacco sarebbe stato ad opera dei suoi stessi connazionali. La rilevazione: «Tanti altri come me rifiutano la guerra ma non hanno il coraggio di dirlo»
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Il 23 agosto scorso sui media è apparsa la notizia che un Mi-8 russo era atterrato in una base militare ucraina. Questo ha creato curiosità e rumors, così per mettere a tacere le cose l'intelligence ucraina avrebbe detto che si trattava di un'operazione speciale. La stessa madre del pilota sembra sia arrivata in Ucraina esattamente all’inizio dell’operazione, quando i contatti con le parti stavano pianificando i movimenti.
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La rotta di volo è stata sviluppata per sei mesi. Il volo è avvenuto il 9 agosto, all'ora in cui avrebbe dovuto consegnare il carico.
«Il decollo è avvenuto dall'aerodromo di Kursk alla regione di Kharkiv, a circa 20 km dal confine. Approssimativamente nell'area dell'insediamento di Shebekino, ho volato ad un'altitudine estremamente bassa - 5-10 metri in modalità silenzio radio. Quando ho attraversato il confine hanno cominciato a spararmi. Chi guidava l’attacco non posso dirlo con certezza, ma presumo fosse la parte russa. Sono stato ferito a una gamba da armi leggere», aggiungendo anche che con sé c'erano due membri dell'equipaggio.
Secondo il capo della GUR, Kirill Budanov, si sarebbero sbarazzati degli accompagnatori di Kuzminov, poiché inconsapevoli del dirottamento avrebbero fatto resistenza, ma anche su questi vige ancora il dubbio.
Il pilota avrebbe reso noto tutto il 5 settembre in una conferenza stampa a Kiev. Smentendo così le narrazioni russe che scrivevano di un elicottero volato per sbaglio in territorio ucraino perdendo l’orientamento. Secondo Gazeta, Topwar, Baza ed altre, lì sarebbe stato catturato e i suoi colleghi sarebbero stati uccisi e si legge «È possibile che sia stato così, e quindi l'ufficiale è stato costretto sotto tortura a parlare di una transizione volontaria dalla parte dell'Ucraina».
Ad oggi sarebbe confermato il passaggio volontario dell’Ufficiale che come già scritto precedentemente, «Non voglio essere complice di questi crimini». Ma durante la conferenza tenutasi a Kiev, l’ex Capitano avrebbe raccontato della morte di alcuni suoi colleghi e di un particolare legato alla “Marcia della giustizia” guidata dall’ex Comandante Prigozhin.
Stando a quanto da lui dichiarato, nella guerra della Federazione Russa contro l'Ucraina, tra i suoi conoscenti sarebbero morti 15-20 colleghi.
Il pilota si è anche soffermato su un dato ‘intel’ non da poco, raccontando che la Russia dispone di molti elicotteri ed aerei. «Parliamo di centinaia di unità» ma avrebbe anche accennato al fatto che il personale scarseggia e ci sarebbe difficoltà nel trovare uomini addestrati per questo.
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Quando gli è stato chiesto se ci fossero altri piloti come lui che rifiutano la guerra la risposta è stata immediata: «Ci sono, ovviamente. Semplicemente non lo dicono a nessuno... Quando ci fu la ribellione guidata da Prigozhin e arrivò l'ordine di volare, c'erano ragazzi che si rifiutavano di farlo. Credetemi, mezz'ora dopo è arrivata una macchina, e questi colleghi sono stati ammanettati e portati da qualche parte non so dove». Secondo il suo racconto almeno due le persone che si sarebbero rifiutate di volare. E mentre c’è chi prende coscienza, un missile russo ha colpito un mercato ucraino del Donetsk uccidendo almeno 16 innocenti.