Investimenti in bilico

Caos sulla Zes unica: Fitto prova a metterci una pezza ma in Calabria le 1.642 domande presentate rischiano la beffa

Il ministro in un'informativa alla Camera dice che l'esatto ammontare del credito d'imposta non è ancora certo, ma l'opposizione lo contesta: «Troppe incertezze»

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di Massimo Clausi
25 luglio 2024
20:38

La vicenda del credito d’imposta ha suscitato una eco così vasta che il ministro per il Sud e il Pnrr, Raffaele Fitto, ha sentito l’esigenza di fornire alla Camera una informativa urgente sullo stato dell’arte. È partito spiegando che non c’è alcuna connessione fra il credito d’imposta e la Zes unica. La misura del credito esiste infatti dal 2016 e non è di competenza della cabina di regia della Zes. Nel 2016 il credito d’imposta ammontava a 615 milioni di euro, nel 2023 era salito a un miliardo e 400 milioni di euro, il Governo per il 2024 lo ha portato a un miliardo e otto. Il tutto con il bollino della Ragioneria dello Stato che ha certificato per l’anno precedente la spesa di un miliardo e quattro.

Fitto ha detto che certamente non poteva aspettarsi una mole di domande per investimenti che superano i nove miliardi di euro. Ma tutto questo, letto da un’altra ottica, per il Ministro rappresenta il successo della Zes unica, altro che fallimento. In aula ha letto anche il numero di domande presentate regione per regione. Solo per la Calabria sono state presentate 1642 domande sulle oltre 16mila totali. Un successo, ha ribadito il Ministro, dovuto non solo al credito d’imposta ma a tutto il sistema di incentivi e facilitazioni legate alla Zes unica.


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Fitto poi ha detto che il Governo ha voluto introdurre un’altra novità che è la “prenotazione” ovvero la preventiva richiesta autorizzativa per evitare poi uno sforamento nei conti pubblici. Siamo arrivati infine alla disposizione dell’Agenzia delle Entrate che Fitto ha ribadito di non condividere perché il calcolo del credito d’imposta rischia di essere sbagliato. Proprio poiché si tratta di “prenotazioni” non è detto che gli investimenti vengano effettivamente portati a termine entro il prossimo 15 novembre. Per questo il Ministro aveva chiesto al direttore dell’Agenzia delle Entrate alcuni dati sulla composizione delle richieste che però non sono arrivati. Se l’ammontare degli investimenti che andranno in porto sarà inferiore è chiaro che la percentuale del credito d’imposta crescerà.

Il Ministro ha detto che il Governo considera talmente strategica la misura che non esclude un rafforzamento della dotazione economica. Sul funzionamento complessivo della Zes unica, infine, Fitto ha annunciato che presenterà a breve al Parlamento una relazione di monitoraggio sui numeri delle ex otto Zes e una verifica sul funzionamento della cabina di regia.

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Naturalmente il discorso del Ministro non ha convinto l’opposizione. È stato in particolare il deputato del Pd, Claudio Stefanazzi, a contestare le argomentazioni del Governo. Per prima cosa perché è normale che avendo allargato a dismisura l’area Zes era facilmente prevedibile un incremento delle richieste. Invece il Governo ha assegnato una dotazione finanziaria che costituisce le richieste che lo scorso anno erano arrivate dalla sola Campania. L’altro errore è l’immobilismo della cabina di regia della Zes unica, composta da una settantina di persone, che devono far fronte ad oltre 16mila richieste di domanda unica. Gli effetti, dice Stefanazzi, si sono visti subito al punto che ad oggi siamo a zero autorizzazioni concesse.

Il meccanismo della cabina di regia, ha detto il deputato Pd, è talmente inceppato che il Governo ha dovuto prolungare per ben due volte il mandato agli ex commissari e poi il 28 febbraio scorso ha scritto ai sindaci scaricando su di loro alcuni adempimenti burocratici che la cabina di regia non riusciva ad espletare.

Infine sul credito d’imposta Stefanazzi ha detto che non fa onore al Ministro scaricare le responsabilità sul direttore dell’Agenzia delle Entrate che ha eseguito alla lettera quello che prevede la legge. Il problema è che il credito di imposta è stato basato non su un ordine cronologico di presentazione delle domande, ma di ripartizione. L’attesa degli investimenti effettivi, poi, comporta una incertezza che mal si concilia con le esigenze delle aziende.

Il rischio quindi è che delle 1642 domande presentate dalla Calabria ne resteranno in piedi davvero poche in assenza di certezze.

Giornalista
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