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Proprio ieri è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale l’ordinanza del Tar Calabria sul ricorso presentato dall’ex presidente della Provincia di Catanzaro contro la nuova legge elettorale.
Come si ricorderà lo scorso marzo i giudici amministrativi – che hanno anche respinto l’eccezione di difetto di giurisdizione presentata dalla Regione Calabria e dal consigliere regionale Ennio Morrone, il cui seggio è in discussione a seguito del ricorso della Ferro - avevano sospeso la propria decisione ed emesso un’ordinanza di rinvio alla Corte costituzionale, avendo rilevato contraddizioni tra la legge elettorale e lo Statuto della Regione Calabria tali da richiedere la pronuncia del giudice delle leggi. Wanda Ferro era rimasta fuori dal Consiglio regionale pur essendo il candidato alla presidenza che aveva raccolto più voti dopo Mario Oliverio. Un’esclusione arrivata a seguito delle modifiche apportate alla legge elettorale sul finire della passata legislatura che non avevano richiamato la normativa di carattere costituzionale relativa al miglior perdente. Un vero e proprio giallo che ha suscitato non poche polemiche anche all’interno dello stesso centrodestra che era al governo nel momento in cui la nuova legge elettorale prendeva forma. Sarebbe bastato renderlo esplicito nella fase della compilazione delle liste e candidare quindi Wanda Ferro in uno dei collegi, così come ha fatto il Movimento cinque stelle con Cono Cantelmi. Invece Wanda Ferro dopo aver ricevuto ampie rassicurazioni sul diritto ad entrare in Consiglio da miglior perdente, così come era avvenute durante le precedenti consultazioni elettorali, ha evitato la candidatura anche per liberare spazio ai colleghi di partito. L’amara sorpresa dopo la chiusura delle urne che ha portato Wanda Ferro e i suoi ad intraprendere le vie legali per ottenere il rispetto di un diritto anche a scapito della perdita di un seggio tra quelli attuali. Ovvio che l’iniziativa di Wanda non sia stata ben digerita dagli stessi forzisti e da Ennio Morrone in particolare.
Il rinvio della questione alla Consulta, dunque, dovrebbe mettere la parola fine alla disputa. In pochi credono che l’eventuale dichiarazione di incostituzionalità della legge potrebbe inficiare le elezioni e riportare la Calabria al voto. Più plausibile che un’eventuale pronuncia della Corte si limiti a ripristinare il seggio del miglior perdente. Anche in questo caso, però, le conseguenze sarebbero notevoli. In Consiglio arriverebbe una figura dirompente per l’opposizione che potrebbe anche invertire gli attuali rapporti interni al gruppo di Forza Italia dove Nicolò, Salerno e Morrone hanno fin qui fatto il bello e il cattivo tempo. Sempre che la Ferro decida di iscriversi al gruppo degli azzurri e non di collocarsi al Misto, in compagnia di Orsomarso e Tallini con i quali potrebbe intraprendere nuove scelte politiche nel futuro a medio termine.
Riccardo Tripepi