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«Da stasera in Consiglio regionale - dice Wanda Ferro - ci sono ufficialmente due maggioranze». O, in altre parole, una sorta di finta opposizione, quella che ha deciso di affidare a Pino Gentile (Ap) una delle due vicepresidenze dell’Assemblea, casella che spetterebbe alla minoranza. Su quell’incarico, Wanda Ferro, massimo esponente di Forza Italia a Palazzo Campanella, ci aveva messo il cappello. Nelle settimane scorse, dalle colonne del nostro giornale, non aveva fatto mistero di contarci. «Staremo a vedere cosa decideranno - disse -, ma mi sembra che affidarmi la vicepresidenza del Consiglio regionale sia un fatto dovuto e doveroso». Nessuna delle due cose, a quanto pare, visto che alla fine ha raccolto appena 6 voti contro i 13 di Gentile, esponente di Alternativa popolare, il partito di Angelino Alfano. Ma non si dice delusa, perché se lo aspettava. Anzi, un voto è arrivato anche dalle fila della maggioranza.
«Sarei delusa se fossi stata tradita dal centrodestra che invece ha votato compatto – afferma -. Il Pd e il partito di Alfano governano insieme a livello nazionale e, dunque, è nell’ordine normale delle cose che siano in sintonia anche a livello locale». Lascia intendere, insomma, che è caduto il velo di ipocrisia che ammantava questo delicato passaggio istituzionale rappresentato dal rinnovo delle cariche in seno alla presidenza del Consiglio regionale. Nessuna amarezza sembra trasparire dalle sue parole, piuttosto una sorta di sottile soddisfazione per l’esito di un voto che mette a nudo le contraddizioni di una politica regionale che «non rispetta le regole». «Regole di etica, di appartenenza, ma anche di coscienza - spiega -. Ma va bene così, perché non è una rondine che fa primavera, quindi ben venga questo momento di chiarezza. Io avrei interpretato il ruolo della vicepresidenza come opposizione nel vero senso della parola, questo è ovvio, chi mi conosce lo sa. Il risultato, invece, è più funzionale agli attuali equilibri di maggioranza».
Nella sua chiave di lettura, l’opposizione in Consiglio regionale è una sola e a guidarla c’è lei. La vicepresidenza che doveva andare alla minoranza, dunque, è stata affidata a una fronda della maggioranza. «È la stessa che abbiamo al governo del Paese, che si è riverberata anche a livello regionale - rimarca l’esponente di Forza Italia –. In questo quadro, mi sento il vero capo dell’opposizione perché avverto pienamente la mia appartenenza politica che è diversa da chi ora siede alla vicepresidenza. Sul piano personale non ho niente contro Gentile, sia chiaro. Ma il fatto che abbia preso un voto in più del candidato della maggioranza, Vincenzo Ciconte, è sintomatico del vulnus che esiste, ma che comunque deriva dal contesto politico nazionale». Per Wanda Ferro, dunque, l’opposizione in Consiglio regionale resta senza un suo vero rappresentante a svolgere il ruolo di vicepresidente.
«Si parla continuamente di alternanza, ma poi alla fine al vertice ci sono sempre gli stessi - ribadisce -. È chiaro che il cambiamento vero non lo vuole nessuno, anche perché manca libertà di azione, condizionata da logiche sovraregionali. Scegliere me avrebbe significato dare un segnale, non perché io sia meglio di Gentile, ma perché la mia elezione avrebbe comunque rappresentato un’occasione di discontinuità. Poco male, avrò le mani più libere e continuerò a far politica come mi piace, senza essere ingabbiata in un ruolo istituzionale che forse mi avrebbe tarpato le ali».
Enrico De Girolamo