«Sinceramente non avrei mandato a casa il commissario Scura». Un’affermazione, schietta e sincera, che se la intesta tutta ed in toto la senatrice del Movimento 5 Stelle, Silvia Vono, stamani in visita nel centro storico di Rossano, accompagnata dall’associazione Basta vittime sulla Statale 106 e dall’associazione Corigliano-Rossano pentastellata. E basterebbe solo questo per far saltare tutti gli equilibri che reggono il firmamento. Già, perché queste due associazioni rappresentano, ormai da tempo, quell’area altamente critica nei confronti di buona parte (almeno di 3 su 4) dei parlamentari della Sibaritide. Un’invasione di campo, avrebbe detto qualcuno, che è sembrata coraggiosa e allo stesso tempo voluta per mandare segnali forti al movimento ed ai suoi meetup.

 

Parole, quelle della Vono sulla Sanità, quindi, che manifestano tutta la diversità di pensiero e di opinioni tra portavoce del M5S calabresi che da qualche tempo, ormai, vivono da separati in casa. Perché i punti di non convergenza si manifestano non solo sulle questioni sanitarie ma anche su quella battaglia, tutta interna ai post grillini ionici, sull’ammodernamento della Statale 106. Insomma, una bella spremuta di limone in una tazzina di caffè ristretto che sicuramente stride ma che allo stesso tempo servirà a chiarire un po’ di equilibri all’interno del M5S.

C’è da giurare che un’affermazione del genere in altri tempi avrebbe potuto avere ripercussioni fortissime, ma trattandosi di una rappresentante di quel Senato, dove i numeri della maggioranza si contano sulle dita di una mano, tutto passera in cavalleria. La Vono ha voluto dare sicuramente prova di forza dimostrando che al momento tiene il toro per le corna.

 

Le parole della senatrice catanzarese sono giunte al termine di un profondo e lungo ragionamento affrontato con la stampa. E che ha toccato diversi temi – come dicevamo – dalla mobilità alla giustizia finendo appunto alle questioni della sanità calabrese.

«Non era il momento di togliere Scura – ha detto Silvia Vono – e non perché abbia operato bene ma perché era giunto il momento di richiamare Scura alle proprie responsabilità». Poi, la stoccata, la dimostrazione di forza agli altri colleghi parlamentari che hanno preteso il cambio al vertice della sanità calabrese, e su tutti Dalila Nesci e Ciccio Sapia: «Dal punto di vista politico – ha precisato la senatrice crotonese - lo ritengo un azzardo in un momento di chiara campagna elettorale». Un azzardo perché oggi, probabilmente, tutte le responsabilità della difficile gestione sanitaria calabrese saranno suddivise in parti uguali tra chi amministra la Regione e chi gestisce l’ufficio commissariale, con la partecipazione attiva del Governo centrale che in questa vicenda è entrata in tackle su Oliverio. Quindi, la “paura” della Vono è quella che il movimento su questa partita delicatissima, tutta calabrese, possa perdere consensi. Ma ci sono da fare i dovuti distinguo, perché nessuno porterebbe il conto salatissimo di una cena opulenta a chi ha bevuto solo l’ammazzacaffè!  

Cosa accadrà ora, nessuno può immaginarlo. Che sia stato uno sfogo, una prova di forza – come abbiamo ipotizzato – o più semplicemente una dichiarazione a cuore aperto, certamente queste affermazioni apriranno un confronto sotto i cieli stellati del movimento.