Il sindacalista Gianluca Tedesco querelato insieme a Domenico Tallini, ha presentato una denuncia per diffamazione contro l'ex capo della Protezione civile
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Si va avanti a suon di querele alla Cittadella. Dopo quella presentata dall'ex capo della Protezione civile regionale, Carlo Tansi, contro il consigliere Domenico Tallini e il sindalista Gianluca Tedesco, ne spunta un'altra. Questa volta in risposta alla prima. «Posso anticipare che ho già dato mandato al mio difensore, avvocato Giuseppe Pitaro del foro di Catanzaro, affinché depositi querela per calunnia con contestuale richiesta di risarcimento di tutti i danni patiti e patiendi, danni all’immagine mia e del Sindacato e alla reputazione che vengono quantificati in 300 mila euro e che devolverò, per una parte, alle associazioni di volontariato che si occupano della tutela dei bambini bisognosi calabresi e, per un’altra, ai volontari della Protezione civile». E' quanto scrive in una nota il sindacalista della Cisal, Gianluca Tedesco.
«Ho recentemente appreso dagli organi di stampa che l’ex Dirigente della Protezione Civile Regionale, Carlo Tansi, avrebbe depositato querela per diffamazione nei miei confronti, nella mia qualità di dirigente sindacale Csa-Cisal. Il sottoscritto non ha mai diffamato nella sua vita nessuno - continua - ma ha sempre operato ed opera tutt’ora nell’interesse esclusivo dei lavoratori calabresi e della Calabria, per cui ritengo che la querela di Tansi sia strumentale, infondata e frutto di un suo personale odio nei miei confronti per tutte le battaglie sindacali che ho condotto alla luce del sole ed a viso aperto. Sarò ben lieto, pertanto, di poter dimostrare attraverso atti amministrativi e prove testimoniali la fondatezza delle mie battaglie sindacali durante il triennio dell’amministrazione Tansi con carte alla mano ed a sostegno dei lavoratori».
«Ricordo che il sindacato - aggiunge ancora il sindacalista - che rappresento ha semplicemente chiesto conto a Tansi, in qualità di dirigente pro-tempore della Protezione civile, di dare conto sull’impiego di risorse e strumenti pubblici, così come sulla gestione del personale in determinati servizi afferenti all’Uoa di cui era responsabile. A titolo di esempio il sindacato CSA-Cisal ha chiesto la ragionevolezza di 32 decreti di affidamenti diretti, in meno di tre anni, sottoscritti da Tansi per un controvalore di quasi 800 mila euro. Ha poi ricercato delucidazioni sull’utilizzo dell’auto blu in dotazione alla Protezione civile e come mai, in alcuni casi documentati da atti ufficiali, un mezzo regionale risultasse sostare, apparentemente al di fuori dell’attività istituzionale, all’interno della proprietà privata dell’ex dirigente. Così come è stata fatta notare la falsità documentale sull’affermazione di Tansi relativa alla busta paga da 6 mila euro di un dipendente, pesantemente e ingiustamente denigrato per questa vicenda. Allo stesso tempo il sindacato CSA-Cisal aveva invitato Tansi a non condizionare le procedure selettive pubbliche da espletare in relazione al rinnovo dell’incarico di responsabile della Protezione civile con frasi, sul social network Facebook, che lasciavano intendere una perseverante quanto inopportuna sicurezza della riconferma in quel ruolo. Queste sono state le principali tematiche poste da una forza sociale come il sindacato ad un dirigente della Pubblica amministrazione, che non si è mai voluto confrontare nel merito. Come si può ben capire il sindacato nelle sue denunce ha agito con un’unica e indefettibile stella polare: il rispetto delle leggi nazionali e delle regole regionali. Lo ha fatto sempre e continuerà a farlo nonostante quest’ultima forma di intimidazione».
l.c.
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