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Dopo la Giunta, è l’ora del Consiglio. L’opposizione a Villa San Giovanni, dopo la vittoria ottenuta davanti al Tar, che ha portato alla nomina di un commissario prefettizio con le funzioni sindaco e Giunta, decide di dare battaglia anche sul civico consesso. Il primo step sarà l'assenza dal consiglio comunale convocato per questo pomeriggio. L’annuncio arriva tramite una nota stampa firmata da tutti i rappresentanti della minoranza: Salvatore Ciccone e Lina Vilardi per “Villa Riparte”, Mimmo Aragona e Cristian Aragona per “Impegno in Comune” e Milena Gioè per il M5S.
La sentenza che travolge tutto
I consiglieri d’opposizione partono ovviamente dalla decisione 862/2017 del Tar che, il 5 ottobre scorso, ha dichiarato la nullità degli atti posti in essere dal sindaco eletto Giovanni Siclari. I fari, com’è noto, sono puntati sulla nomina del vicesindaco Maria Grazia Richichi, ma non soltanto. Sotto accusa finisce anche l’atto di convocazione del consiglio comunale, sottoscritto proprio dalla Richichi, il 19 luglio 2017. L’opposizione, dunque, «in considerazione del provvedimento emesso dal prefetto il 6 ottobre scorso, ritenuta l’illegittimità di tutti gli atti adottati nella seduta del consiglio comunale del 27 giugno (riunito con atto di convocazione del 19 giugno, annullato dal Tar) e considerato che tutti gli atti deliberativi adottati nelle successive sedute del consiglio comunale convocate e presiedute da Antonino Giustra sono illegittimi», comunica la sua decisione di non partecipare al consiglio comunale odierno, «in dissenso alla posizione illegittima ed arbitraria assunta dai gruppi consiliari di maggioranza».
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Giustra nel mirino
Gli esponenti dell’opposizione non lo dicono chiaramente, ma la deduzione è logica: nel mirino ora finisce anche la nomina del presidente del Consiglio comunale, Giustra. La convinzione della minoranza è che pure quella carica sia oggi ricoperta da una persona non legittimata. Ed è per tale ragione che si preannuncia una dura battaglia, che interesserà certamente il commissario Saladino, ma non è escluso che possa approdare anche sul tavolo del prefetto di Reggio Calabria. L’assunto è chiaro: se il tar ha annullato tutti gli atti, compresa la prima convocazione del Consiglio, di conseguenza decade anche la nomina del presidente.
Incertezze e controlli
Come avevamo preannunciato una settimana fa, dunque, a Villa San Giovanni si apre una nuova fase di grande incertezza politica. L’unica sicurezza è la legittimità del Consiglio comunale eletto dai cittadini. Tutto il resto appare avvolto in una nube carica di dubbi e situazioni in divenire. Perché il sindaco eletto Siclari si è detto certo di risolvere la sua grana processuale entro pochi mesi. E se dovesse avere ragione (toccherà attendere il grado d’Appello), con conseguente fine del suo periodo di sospensione, si troverebbe a rientrare in un momento che quasi certamente coinciderà con la fine dell’attività della commissione d’accesso antimafia, inviata pochi giorni fa nella città dello Stretto. Tale scelta del Ministero dell’Interno rappresenta una ghiotta occasione per fare definitivamente chiarezza all’interno del municipio villese. Avere una squadra composta da tre funzionari di grande valore, unitamente a tre esponenti di primo livello delle forze di polizia, assicurerà un controllo meticoloso non solo di tutti gli atti posti in essere dall’attuale amministrazione (non molti, considerato il tempo trascorso), ma anche tutte quelle dinamiche che hanno governato la tornata elettorale conclusasi pochi mesi addietro. Saranno passati al setaccio, fra le altre carte, anche nomi, cognomi, interessi e parentele di ciascun membro del Consiglio comunale. Di maggioranza e di opposizione. E solo allora, quando saranno incrociate le risultanze delle operazioni di polizia giudiziaria (da “Sansone” a “Gotha”, passando per “Metauros”) con il materiale raccolto all’interno della casa comunale, si capirà quale potrà essere il futuro dell’attuale Consiglio. Passaggio cruciale per il futuro stesso di Villa San Giovanni.
Consolato Minniti