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«L’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Elio Costa continua a non rispondere adeguatamente alla legittima chiamata dei cittadini che invocano, come da promessa elettorale amministrativa, l’attuazione di una ideale condizione di stabilità e governabilità per garantire il recupero del percorso alla politica del fare.
Tra Palazzo “Luigi Razza” e la città è stato eretto un muro. Il sindaco è in affanno. La politica della maggioranza viaggia verso il baratro. Il sindaco non riesce a comunicare con i cittadini ma soprattutto ad interpretare le reali esigenze di una comunità che accusa il pressapochismo di una maggioranza che sprigiona segnali di debolezza, inconcludenza e scarsa valutazione degli obiettivi che ruotano attorno ai gravi problemi che l’assillano da anni». È quanto affermato dal segretario della Cisal, Franco Cavallaro.
«La conferma sul modo errato di praticare la politica di palazzo è giunta nelle ultime ore e l’ha offerta l’appuntamento con l’esame del bilancio di previsione per il 2018, saltato perché la maggioranza non è stata in grado di mantenere il numero legale evidenziando, laddove ve ne fosse stato bisogno, la sua sempre più costante precaria condizione di salute.
Non è di poco conto il dover prendere atto che Elio Costa, in questo frangente, ha dimostrato seria incapacità ad affrontare l’importante esame dello strumento che permette all’Amministrazione di programmare l’attività di servizio. Quanto accaduto è una inadempienza che porta alla considerazione che si vuole, forse, far posto alla totale paralisi dell’attività di governo. Un dato che fa riflettere seriamente i cittadini vibonesi, già stanchi ed insofferenti davanti alla cultura del nulla messa in campo dall’attuale maggioranza che non è la prima volta che fa registrare battute a vuoto nella prevista organizzazione dei lavori.
Ecco perché chi si attendeva una seduta utile per capire quale tipo di itinerario sarebbe stato possibile ipotizzare per aiutare città e cittadini a venire fuori dall’emergenza di questi ultimi anni ha dovuto fare presto i conti con gli effetti postumi della realtà più spregiudicata: l’assenza di un numero legale capace di ridisegnare il progetto più attendibile per superare le difficoltà correnti e affidarsi ad una idea di condivisione pronta a dare una spallata alla assurda cultura della incapacità politico amministrativa dimostrata da chi, in illo tempore, ha preso impegno per favorire lo sviluppo della politica del fare. Del resto sono in molti i cittadini che prendono atto, quotidianamente, che Elio Costa da tempo è in balia del sistema più avvilente ed improduttivo e che, conseguentemente, ogni giorno che passa, finisce col registrare errori sempre più imperdonabili e non certamente utili per imprimere una svolta al futuro della città.
Ci si domanda, intanto, se entro fine marzo verrà approvato lo strumento contabile che mercoledì non è stato possibile prendere in esame? L’interrogativo è d’obbligo perché è tutt’altro che scontato che la giunta Costa possa assiepare ancora i banchi dell’aula fino a quella data. Se Elio Costa spera che domenica sera, a scrutinio avvenuto, possa farsi strada, sui colori della sua identicità politica, una nuova ventata di sostegno alla sua inconcludente e scialba iniziativa a Palazzo “Luigi Razza” , vuol dire che sta cercando un posto nello speciale elenco degli illusi.
D’altra parte come non tenere conto che l’invito a dimettersi, di recente, è aumentato sensibilmente. Ma se non lo capisce lui sarebbe anche giusto lo intuisse chi tenta di continuare a dare sostegno al suo ormai inutile cammino verso la sempre più lontana stabilità di governo della città. E noi crediamo anche a chi avverte che di fronte ad un improvvisato sondaggio sulla sua permanenza o meno alla guida di Vibo Valentia, vista la nota diffidenza e incapacità dimostrate, avverte che non avrebbe scampo.
Infine non è opportuno stare qui ad indicare tutta la complessa, e già purtroppo nota, problematica che travaglia la vita della città. Vibo Valentia è stanca. I cittadini continuano ad essere indifferenti di fronte alle scelte che continuano a penalizzare il territorio.
Oggi, tra l’altro, gli effetti devastanti della politica del “non saper fare” rappresentano la sonora protesta, ad esempio, degli stessi cittadini che bollano il varo, così come attivato, del servizio sulle strisce blu.
In questa direzione vengono condannati i salti di gioia fatti da chi si è ritenuto bravo a notificare centinaia di multe ma viene anche e severamente contestato chi non è stato all’altezza di realizzare un servizio che tenesse conto di tantissime esigenze dell’utente della strada, utilizzando una normativa capace di aiutare l’automobilista ad evitare di incorrere nell’applicazione di forme di indisciplina stradale».