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VIBO VALENTIA - Ai ferri corti il sindaco di Vibo Valentia e la dirigenza di Forza Italia. Sul PSC il primo cittadino procederà senza il consenso del principale partito della maggioranza. Dai berlusconiani arriverà un no secco all’adozione del Piano Strutturale Comunale che il capo dell’esecutivo intende portare in aula il prossimo 24 Luglio. Dopo il vertice in mattinata, nella sede di palazzo “Luigi Razza”, anche il confronto interno tenuto nel pomeriggio di ieri nella sede del partito ha dato esito negativo. Dinanzi alle rimostranze poste dalla delegazione berlusconiana, D’Agostino non ha neppure aperto un’ipotetica trattativa: “Se il Piano Strutturale non venisse approvato sarebbe un obiettivo non raggiunto, ma giunti a questo punto – avrebbe asserito– non si può tornare indietro". Dunque, lo strumento urbanistico che la città attende da decenni, ma al quale già sono mancati i numeri persino in commissione, verrà presentato all’assise che potrebbe approvarlo grazie alla sponda offerta al sindaco da UdC e AD. A determinare la spaccatura, non senza conseguenze nella maggioranza, la ormai nota determina che blocca l’edilizia nella Marinate.
Il confronto. Nella sede provinciale del partito della Santelli, ieri falchi e colombe in effetti avrebbero espresso il proprio pensiero, ma alla fine si è convenuto sul fatto che con quella determina n. 64 a frenare lo sviluppo di una parte consistente del territorio il Piano non avrebbe potuto essere approvato.
Il documento tecnico. Peraltro, la compagine azzurra è intenzionata ad entrare pesantemente nel merito della vicenda. Nei prossimi giorni verrà stilato un documento tecnico che la dirigenza del partito si premurerà di illustrare ai giornalisti nel corso di una conferenza stampa. Poi, arriverà l’appuntamento in consiglio comunale. E lì il coordinatore provinciale si giocherà una partita importante. Al netto degli infortuni dell’ultimo momento da Forza Italia dovrebbero quantomeno essere 9 forse 10 i voti contrari all’adozione del PSC. Ma il sindaco dovrebbe avere ugualmente i numeri. A salvarlo i quattro voti dei centristi federati con Azione Democratica di Stefano Luciano.