«Ormai è questione di giorni. Ogni ambiguità verrà superata e potremo concentrarci sulle Comunali». Negli ambienti del Partito democratico il commissariamento del circolo cittadino di Vibo si dà ormai per cosa fatta. Il commissario regionale Stefano Graziano sarà presto in città e porterà in dote un nome: quello dell’esponente regionale dei democrat cui toccherà gestire la delicata fase elettorale nel capoluogo. A cominciare dalle trattative per l’individuazione di un candidato sindaco che consenta di imbastire una proposta alternativa alle forze già in campo.

 

Del resto la sorte della sezione ora guidata da Francesco Pacilè sarà comune a quella di tutti i circoli dei centri che andranno alle urne a primavera in Calabria, dove la gestione commissariale ha deciso di avocare a sé le trattative. Ma vero è anche che nell’agenda del presidente del Pd della Campania chiamato a mettere ordine in Calabria, il caso Vibo ha meritato la massima priorità. Segnato a penna rossa in cima alla “to-do list”. Troppo eclatante lo strappo dei consiglieri comunali eletti dai dem, finiti col votare il centrodestra alle elezioni provinciali e ora tornati a trescare con lo schieramento opposto anche per le Comunali. Troppo ambiguo l’atteggiamento dei vertici locali che non hanno mai portato a termine quel procedimento disciplinare che ne contemplava l’espulsione, limitandosi ad una diffida. E se qualcuno, come l’ex capogruppo Giovanni Russo, si è già chiamato fuori manifestando la volontà di non rinnovare la tessera e di non ricandidarsi, qualcun altro di quel sestetto manda segnali di riconciliazione verso l’ex parrocchia. Senza però riscuotere, a quanto sembra, grandi entusiasmi. «Di sicuro non gli rinnoveremo la tessera» sussurra qualcuno. Il tutto mentre neppure il segretario ancora in carica, dopo aver già espressamente proposto in assemblea un patto elettorale senza troppi steccati, si fa troppe remore nel confrontarsi direttamente con il senatore Mangialavori su strategie e potenziali candidature.

 

Già le candidature. È questo, checché se ne dica, il nodo principale da sciogliere per l’area di centrosinistra una volta rimesso in “carreggiata” il Pd. Se il centrodestra sarebbe pronto a mettere in campo una «corazzata» - con un elenco di un centinaio di candidati consiglieri già nelle mani di Mangialavori -; se Stefano Luciano sarebbe in procinto - da qui a breve - di formalizzare la sua candidatura a sindaco, nel campo democratico allargato resterebbero diversi i nodi ancora da sciogliere. Ovvio, tuttavia, che in un quadro di “rifondazione” si punti ad spostare il perimetro oltre via Argentaria, costruendo una coalizione che vada da Sinistra italiana a quell’area moderata già da tempo fuoriuscita, senza disdegnare associazioni e cosiddetta società civile. In questo senso va anche l’iniziativa dell’ex assessore provinciale Pino Ceravolo che ha riunito attorno allo stesso tavolo diverse anime di un potenziale schieramento. Altrettanto ovvio che il progetto punterebbe ad includere anche e soprattutto quel “terzo polo” nato alle Provinciali che, nonostante la riottosità di parte dei dem, aveva finito per far convergere i suoi voti su Antonino Schinella. Molto dipenderà, come detto, dall’intesa sul nome del capolista. Tramontata l’ipotesi di una candidatura dell’ex presidente della Provincia e attuale presidente del partito Enzo Romeo, resta in piedi la possibilità di una ricandidatura del leader dei Progressisti Antonio Lo Schiavo, già sfidante di Costa poi azzoppato dai consiglieri in seguito divenuti transfughi. Novità di queste ore l’opzione che porta al primario emerito, già direttore del reparto di neurologia a Vibo, Domenico Consoli, sponsorizzato dall’ex consigliere regionale Pietro Giamborino, anch’egli tornato a dialogare con il partito. Determinati a chiudere i conti con il recente passato e a voltare pagina paiono pure i dirigenti “ortodossi” di casa dem, vale a dire il consigliere regionale Michele Mirabello e il deputato Antonio Viscomi. Impegnati in prima linea nelle trattative, sarebbero pronti a sostenere il subentrante commissario cittadino nell’opera di riassetto e a serrare i ranghi in vista di una sfida che si preannuncia decisamente in salita. Se non proibitiva.