Una mozione di sfiducia per mandare a casa il sindaco di Vibo Valentia, Elio Costa. A sottoscriverla sono i consiglieri del gruppo Pd guidato da Giovanni Russo, che mettono nero su bianco i motivi per cui bisognerebbe scrivere la parola fine alla Consiliatura.
«Nel corso di oltre tre anni e mezzo di gestione del Comune da parte del sindaco Costa e della sua giunta - si legge nel documento - sono stati inferti gravi danni all’organizzazione dell’ente, alla sua stabilità economica e all’efficacia dei servizi prestati ai cittadini. È evidente il grado d’insoddisfazione dei cittadini, delle categorie economiche e delle parti sociali che coinvolge le forze politiche rappresentate in Consiglio comunale».


L’analisi si fa poi più politica: «La perdita di fiducia nei confronti del Sindaco si è evidenziata in seno al Consiglio comunale con una netta prevalenza dei consiglieri ormai organicamente schierati tra i ranghi dell’opposizione tra cui figurano esponenti di quella parte politica che avevano sottoscritto il suo programma elettorale. Un dissenso radicale che riguarda tutte le materie di pertinenza della vita amministrativa, dall’erogazione dei servizi sociali, alle politiche dello sviluppo economico, alla regolamentazione della viabilità e del traffico, fino alla gestione del personale e delle finanze dell’ente».
A questo punto viene da chiedersi perché il Comune sia ancora in piedi, visto che, a quanto sostiene Russo, il sindaco non ha la maggioranza da un pezzo. Ma le vie della politica sono tortuose. Molto tortuose se si pensa che la parte politica che ora tenta di sfiduciare Costa è la stessa che recentemente ha tirato la volata al candidato di centrodestra alla Provincia. Ma tant’è.

 

«In questi anni - continua Russo - abbiamo assistito a una lenta e inesorabile decadenza della qualità della vita dei cittadini, alla vanificazione delle prospettive di crescita della comunità, alla continua perdita di posti di lavoro e alle inesistenti speranze di occupazione dei giovani. Intere parti del programma del Sindaco sono rimaste non attuate o peggio sono state stravolte».
Dopo aver elencato nel dettaglio quelle che a suo dire sono state le promesse tradite (riqualificazione urbanistica, ambiente, rifiuti, traffico nel caos, abbandono delle frazioni), Russo chiede, dunque, la convocazione di una Consiglio comunale in seduta straordinaria a norma di regolamento «onde procedere alla votazione per appello nominale della su estesa mozione di sfiducia».