Previsti progetti di riqualificazione sociale e ambientale sul modello Caivano, nonché azioni sulle infrastrutture. Sul piatto 180 milioni di euro. Il Governo sottolinea che scelte e programmi sono stati condivisi con gli Enti locali
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Il Consiglio dei ministri, su proposta della presidente Giorgia Meloni e viste le intese espresse dai Comuni coinvolti e dal Dipartimento per le politiche di coesione e per il Sud, ha approvato il Piano straordinario per gli interventi infrastrutturali e di riqualificazione sociale predisposto dal commissario straordinario Fabio Ciciliano.
Gli interventi interessano i comuni di Rozzano (MI); Roma, quartiere Quarticciolo-Alessandrino; Napoli, quartiere Scampia e quartiere Secondigliano; Orta Nova (FG); Rosarno (RC); San Ferdinando (RC); Catania, quartiere San Cristoforo; Palermo, quartiere Borgo Nuovo.
Per la realizzazione del piano è stata autorizzata, nel triennio 2025-2027, la spesa complessiva di 180 milioni di euro, di cui 100 milioni di euro per l’anno 2025, 50 milioni di euro per l’anno 2026 e 30 milioni di euro per l’anno 2027, a valere sul Fondo per lo sviluppo e la coesione, periodo di programmazione 2021-2027. Per la realizzazione degli interventi possono essere utilizzate ulteriori risorse messe a disposizione dalle Regioni, dai Comuni, da altri enti o istituzioni locali e nazionali, nell’ambito delle proprie competenze e nei limiti delle risorse disponibili nei propri bilanci. Tra gli interventi previsti in Calabria, lo smantellamento della tendopoli che accoglie i braccianti africani che lavorano nella Piana di Gioia Tauro.
«Pur essendo accomunati dal medesimo concetto di vulnerabilità sociale, peraltro complesso e multidimensionale – spiega la nota diffusa al termine del Consiglio dei ministri -, i diversi contesti ambientali e amministrativi dei comuni e delle aree metropolitane presi in considerazione sono realtà urbane tra loro differenti che, pur potendo presentare condizioni di disagio simili, devono essere necessariamente trattate in modo diverso. Per tale ragione, ai fini dell’analisi delle proposte di intervento e valutazione dei relativi benefici, ha giocato un ruolo fondamentale il rapporto con gli Enti locali, con i quali sono stati condivisi scelte e programmi di azione, tenendo nella giusta considerazione la dimensione fisica degli interventi, le caratteristiche demografiche ed economiche del posto e la percezione che le persone hanno del luogo dove vivono. Tale modalità organizzativa ha permesso un approccio integrato attraverso un’attività interdisciplinare, che ha consentito di definire i principali interventi e progetti di riqualificazione sociali e ambientali richiesti dagli amministratori locali e dalle diverse rappresentanze della cittadinanza nella convinzione di contribuire a costruire una comunità più coesa e resiliente».
L’intera attività del Piano si basa su tre pilastri dello sviluppo sostenibile: la sostenibilità sociale, economica e ambientale.
«È prevista – prosegue il comunicato – la realizzazione di interventi urgenti, da attuarsi senza ulteriore consumo di suolo, riguardanti la rigenerazione delle aree urbane degradate attraverso la promozione di progetti di miglioramento del decoro urbano, risanamento di strutture edilizie e di spazi pubblici, ma anche attraverso azioni volte sia all’accrescimento della sicurezza territoriale sia al potenziamento della mobilità sostenibile e alla salvaguardia dell’ambiente. Nel Piano sono stati inseriti progetti che combinano la riqualificazione degli spazi urbani con iniziative culturali e sociali, per favorire l’inclusione e la coesione sociale, quali programmi di istruzione e formazione, misure di supporto alle famiglie, realizzazione di spazi di comunità e promozione alla partecipazione civica.
Gli ambiti di intervento sono numerosi e interconnessi tra loro in modo da rendere possibile uno sviluppo integrato delle comunità dei comuni coinvolti e del territorio delle aree metropolitane individuate. Si prevede, non solo, la realizzazione di interventi infrastrutturali, di risanamento degli edifici, nonché di riqualificazione urbana e del verde pubblico, ma anche l’attuazione di progetti di riqualificazione sociale, quali i programmi di istruzione e formazione, le misure di supporto alle famiglie. Ciò al fine di incentivare il tessuto sociale a prendere consapevolezza e responsabilità nei confronti del territorio in cui vive».
In relazione alle diverse linee di intervento, il Piano straordinario identifica tre macroaree: interventi infrastrutturali; progetti di riqualificazione sociale e ambientale; eventuali ulteriori interventi o progetti.
Il Piano considera «una vasta gamma di ambiti, integrando le esigenze di governance dei diversi attori coinvolti nella pianificazione, programmazione, realizzazione e monitoraggio degli interventi. Al fine di consentirne la piena operatività, oltreché per tenere conto di eventuali sopravvenienze, è stato adottato un modello flessibile. In particolare, con riferimento alle risorse FSC 2021-2027, per ciascuna scheda di intervento sono stati indicati gli importi valutati dalle amministrazioni comunali secondo quantificazioni economiche, ovvero, in taluni casi, con valori stimati, in base alla considerazione che l’attuale documentazione relativa ad alcune progettazioni non consente l’inserimento di dati puntuali. Analogamente in punto di definizione dei cronoprogrammi, laddove gli enti locali non hanno ancora definito una precisa pianificazione temporale delle opere da realizzare. Gli interventi previsti dovranno comunque essere avviati e ultimati entro il termine di vigenza della norma e potranno essere realizzati solo qualora i quadri economici delle opere risulteranno congrui e compatibili con gli importi stimati».