«Nel ringraziare Matteo Salvini per avermi chiesto la disponibilità a candidarmi per le prossime elezioni politiche, ho il piacere di comunicare a tutti voi che ho appena scritto che la mia disponibilità viene meno, non per mancanza di fiducia nel partito, nel suo programma, nel rapporto amicale ed eterno con il suo segretario federale, ma solo, e soprattutto, perché io sono già soddisfatto del mio lavoro, del mio impegno nella Cultura e nell’Arte in Calabria: essere vice presidente di una fondazione così importante quale la Fondazione Musaba - Spatari Maas, mi inorgoglisce e nello stesso tempo mi carica del peso di una responsabilità enorme».

Così l’ex presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, annuncia il suo disimpegno, almeno quello diretto, rispetto alle candidature in quota Lega per le elezioni politiche del prossimo 25 settembre.

La comunicazione arriva via social, uno dei mezzi preferiti da Spirlì, che si dice convinto del fatto che «ai calabresi io posso essere più utile svolgendo un lavoro che so fare, piuttosto che tentando la scalata al palazzo».

Salvini sibillino: «Lavoriamo bene a prescindere dai ruoli»

Non un fulmine a ciel sereno nel carroccio, per la verità, visto che proprio lo stesso leader Matteo Salvini, nel corso della sua visita in Calabria, aveva lasciato trasparire qualcosa. A Catanzaro, dopo aver incontrato a Cosenza gli amministratori bruzi e dove aveva incontrato anche Nino Spirlì che poi ha disertato la cena militante nella sua provincia, il numero uno della Lega era stato sibillino non confermando nessuna delle candidature ipotizzate dall’opinione pubblica e neppure quella dell'ex presidente ff della Regione, Nino Spirlì. «Con Nino stiamo lavorando sempre a prescindere dai ruoli. Adesso si occupa brillantemente di cultura però ripeto siamo una forza che riconosce libertà ai territori quindi le liste calabresi le decideranno i calabresi. Io non non imporrò niente a nessuno».

Spirlì: «Era una giunta differente, eccome»

Ma quello con cui Spirlì annuncia di non aver intenzione di candidarsi è un lungo post che ripercorre alcune delle fasi recenti e salineti del suo impegno politico, e affettivo.

«Nel recente passato ho dato la mia disponibilità ad una sorella, a Jole Santelli, e ad un amico caro quanto fratello, Matteo Salvini. La chiamata era a coprire il ruolo di assessore alla cultura e ai Beni Culturali all’artigianato alla legalità alla sicurezza ai commerci. Con l’onore in più di ricoprire il ruolo di vice presidente della giunta regionale: una giunta regionale diversa, differente eccome, forse anche un po’ strana, voluta per lungimiranza dal presidente Jole Santelli. Sicuramente una giunta che ha consegnato ai calabresi grandi lavori di cui oggi si vede il risultato in molti campi. Di mio, fra tanto (molto) altro, sono riuscito a sbloccare anche oltre mezzo miliardo di euro nel Complesso e intricato mondo della gestione dei Beni Culturali. Ritengo che proprio quelli siano la più grande industria per questa regione che non solo è culla, ma è anche campo di lavoro per giovani proprio nel mondo dell’arte e dei Beni Culturali stessi».

Spirlì: «Ho arginato egoisti, egocentrici e violenti»

«Erano altri tempi» rimarca l’ex facente funzioni, su cui si è abbattuto il dramma della morte dell’ex presidente Jole Santelli. «La repentina scomparsa di Jole,  mi ha vestito anche del pesante manto della responsabilità della presidenza della Regione: non più, dunque, facente funzione in sua assenza,  ma continuatore da presidente del suo incarico. Ho accompagnato i calabresi al voto nell’anno più orribile della storia dell’umanità. Mi pregio di poter dire che la fermezza personale, la preparazione e il temprato carattere, mi hanno consentito di arginare egoisti, egocentrici, violenti, pretese, e assurde convinzioni di eredità di potere solo per appartenenza partitica o politica».

Spirlì: «Non tutti possono accostarsi alla politica. Andiamo a votare»

Spirlì inoltre lamenta il fatto di non aver potuto contare «per un intero anno della compagnia, dell’aiuto, del sostegno, di alcuno. Alcuno». La politica, per lui, non è un abito comodo, non è molto spesso un buon abito. «Ritengo di poter affermare, senza tema di smentita, che non tutti possono accostarsi alla politica. Vedo in questi giorni una corsa affannata alla bandierina. Non tutti i corridori, a mio parere, possono ritenersi realmente degni di raggiungerla, quella bandierina. sicuramente ai calabresi non servono corridori scomposti alla ricerca di bandierine scomposte. Forse questo è l’ultimo atto, l’ultimo anno buono, alla luce di quanto abbiamo imparato da questa pandemia, per poter decidere in modo sereno, ma duro compatto e spietato, su chi realmente ci debba rappresentare».

Poi l’appello ad andare a votare: «Disertare le urne oggi sarebbe una follia, ma usare quelle urne come buco di speranza per lavori ai nostri figli (che non arriveranno mai), per posizionamenti personali o ancora per scambi illeciti societari e altro, sia definitivamente da evitare, per non dover sentenziare la fine di una Italia e di una Calabria morale con prospettive di un futuro morale».

Spirlì: «Ho onorato il partito senza sostegno alcuno»

Infine, i ringraziamenti. A Matteo Salvini per la «ennesima prova di fiducia nei miei confronti, ma consegno, così come in passato ho fatto per il ticket regionale, nelle sue mani, questa ennesima concessione amicale. Ne faccia buon uso, scegliendo uno Spirlì che non sia Spirlì, tra i tanti pretendenti».

Poi un parallelo mitologico che assume le sembianze di un auspicio per il futuro di questa terra, e del partito Lega Calabria: «Penelope, regina di Itaca e moglie di Ulisse, ha saputo tacere sentimento davanti ad una pletora di proci che non avevano la stessa dignità del suo sposo: mi auguro che il partito, che tanta fiducia ha riposto in me - che comunque ho saputo onorare senza sostegno ed aiuto di alcuno - sappia filare una tela di speranza a favore dei calabresi e a danno dei tanti proci con la P, che in questo tempo stanno cercando di assaltare il palazzo. Questo dovevo, per amore di verità! Dio vi benedica tutti. Sempre».