I voti moderati che ancora resistono nel Carroccio potrebbero riversarsi nelle liste azzurre. Troppo estremista e indigesto il pensiero del generale voluto da Salvini. E così sono in tanti a sperare che alla fine ci sia un ripensamento
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Non sembra esserci pace per la Lega in Calabria. Le ultime fibrillazioni sono dovute alla candidatura del generale Roberto Vannacci. Domani a Roma Matteo Salvini presenterà la sua ultima fatica letteraria “Controvento - l’Italia che non si arrende”. Nell’occasione con ogni probabilità annuncerà la candidatura del generale in tutte le circoscrizioni, confermando un’anticipazione che Vannacci aveva già dato a “Un giorno da pecora”. Quindi sembra ormai certo che anche i calabresi troveranno sulla scheda il nome di Vannacci. Proprio il generale, davanti alle telecamere di LaC, nel corso di una puntata di Perfidia, non aveva escluso la possibilità di scendere in politica.
Diciamo subito che il generale qui ha un certo seguito, soprattutto nella zona centrale della Calabria. Proprio a Lamezia Terme, su iniziativa dell’associazione culturale “Cantiere laboratorio” di Vittorio Gigliotti venne organizzato nell’agosto scorso un dibattito incentrato sul libro del militare ma che in realtà era un modo per lanciare il movimento che Vannacci aveva all’epoca in mente di lanciare. All’iniziativa presero parte anche diverse sigle che si richiamano ai movimenti dell’estrema destra in Italia.
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Il problema è che la Lega calabrese non ha queste caratteristiche. I suoi esponenti hanno un volto più moderato se pensiamo a gente come Filippo Mancuso, Simona Loizzo o ancora l’assessore Emma Staine. Così nella base leghista è in atto una rivolta silenziosa contro l’ipotesi di una candidatura del generale anche a queste latitudini. Una insofferenza che è ovviamente aumentata dopo le ultime esternazioni di Vannacci sulle classi differenziate per i disabili e i suoi giudizi su Mussolini.
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In realtà la base calabrese pensa che non ci sia affatto bisogno di averlo candidato poiché nessuno crede che la sua presenza possa portare un valore aggiunto alla lista, anzi tutti pensano che potrebbe accadere il contrario. Basti pensare alla decisa presa di posizione del vice presidente della Cei nonché vescovo di Cassano All’Jonio, monsignor Francesco Savino, il quale, sentito dall’AdnKronos sulle dichiarazioni del generale, ha parlato di un ritorno ai tempi più bui. Anche il ministro Giorgetti, che non è proprio l’ultimo militante del Carroccio, ha preso le distanze da Vannacci sottolineando che non è uno della Lega. Intanto sotto le insegne della Lega correrà per l’Europa e in tutte le circoscrizioni, compresa quella meridionale.
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Un doppio problema perché Vannacci rischia di attirare a sé i voti di una determinata parte politica e allontanare tutti gli altri. Non solo questa circostanza potrebbe agevolare Forza Italia nell’intercettare quel poco di voto moderato che è rimasto ancora al Carroccio. Per questo i leghisti calabresi lo vedono più come un inciampo che come una vera opportunità. Per il momento lo fanno in silenzio. L’unico finora che si è espresso è stato l’europarlamentare campano, Valentino Grant che ha espresso in una dichiarazione «totale disappunto», per le dichiarazioni del generale sulla disabilità. Per ora è stato uno dei pochi, ma nei corridoi del partito si fa un gran parlare di questa candidatura e con insofferenza crescente.
Ma sembra difficile riuscire a scongiurarla perché Matteo Salvini sul generale, invece, punta fortissimo.