Il giallo di Bruxelles. I giornali nazionali e l’Ansa hanno scritto che l’ex vicepresidente della Regione, Giusi Princi, eletta in Europa a furor di popolo avrebbe votato si al famoso paragrafo 8 della risoluzione Ucraina che chiede di eliminare le restrizioni sui dispositivi bellici. Il paragrafo "invita gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni sull'uso delle armi occidentali consegnate all'Ucraina contro obiettivi militari legittimi sul territorio russo". Questo significa che Kiev potrà utilizzare le armi europee in territorio russo.

La notizia sarebbe stata ancora più singolare se si considera che Antonio Tajani, ministro degli Esteri e soprattutto segretario nazionale di Forza Italia, aveva anticipato che la rappresentanza italiana avrebbe espresso voto contrario a questa ipotesi. Difatti i rappresentanti di Ecr (il gruppo dei Conservatori nel quale sono confluiti i parlamentari di FdI) ha votato compatto per il no. In Forza Italia, invece, si sarebbero registrate due eccezioni: la Princi appunto e Massimiliano Salini.

Contattata telefonicamente da LaC News24, la Princi ha invece svelato il mistero parlando di mero errore tecnico. «Ieri - ci ha detto - ci sono state tantissime votazioni ed evidentemente ho sbagliato nel votare il paragrafo. Appena finita la seduta, però, mi sono accorta dell’errore e ho fatto modificare il verbale. Evidentemente i suoi colleghi non hanno il verbale aggiornato. L’orientamento di Forza Italia e di tutto il Governo d’altronde è chiarissimo. Siamo pronti a sostenere Kiev in una guerra che non deve essere d’attacco ma difensiva di una democrazia che è stata minacciata dall’aggressione russa»

Resta il fatto che la Lega ha votato no sia sulla risoluzione finale sia all’uso delle armi mentre FdI La delegazione di FdI ha votato sì sulla risoluzione finale a sostegno di Kiev ma ha detto no al ritiro delle restrizioni sull’uso delle armi. In generale gli europarlamentari italiani si sono divisi. Nel Pd sono emerse tre correnti: Elisabetta Gualmini e Pina Picierno hanno votato a favore del paragrafo 8; dieci eurodeputati, incluso il capodelegazione Nicola Zingaretti, hanno votato contro, in linea con l'indicazione del partito; in 6 invece non hanno votato affatto, incluso Stefano Bonaccini. Cecilia Strada e Marco Tarquinio si sono astenuti. Un segnale evidente di debolezza della maggioranza della Von der Leyen che si è spaccata sul punto per la soddisfazione, immaginiamo, di Mosca

La reazione di Putin, però, non si è fatta attendere. "Ciò che chiede il Parlamento europeo conduce verso una guerra mondiale con armi nucleari", ha avvertito il presidente della Duma russa, Viaceslav Volodin.