“E’ importante il radicamento sul territorio delle associazioni come questa – ha esordito il senatore del Pd – perché grazie alla loro determinazione si riescono ad ottenere risultati importanti come l’approvazione delle legge che istituisce le Unioni Civile e che consente all’Italia, finalmente, di stare a testa alta in Europa”.

La battagliera senatrice del governo Renzi che si è lungamente confrontata con il presidente dell’Arcigay “Due Mari” Lucio Dattola, con la professoressa di diritto Costituzionale dell’Università “Mediterranea” Melania Salazar e con il presidente del Consiglio comunale di Reggio Calabria Demetrio Delfino, ha poi alzato ancora l’asticella della sfida. “Ritengo tuttavia che questo Paese non potrà dirsi civile fino a quando non si arriverà al matrimonio egualitario. Nessun Paese europeo ci è arrivato senza passare dalle Unioni Civili e l’Italia non poteva certo seguire un percorso diverso. Per questo ritengo la legge approvata, seppure si può ritenere imperfetta, la migliore che potevamo approvare con le condizioni date. Finalmente dal 5 giugno le coppie dello stesso sesso che non esistevano per il nostro ordinamento diventano cittadine a pieno titolo”.

Nessun timore, dunque, in relazione alla proposta di referendum abrogativo della legge Cirinnà che proprio alla vigilia della missione reggina della democrat, è stato depositato da diversi parlamentari di area del centrodestra. Hanno firmato il deposito, fra gli altri, Roccella e Quagliariello (movimento IDeA); Molteni e Simonetti (Lega); Sacconi e Formigoni (AP); Gasparri, Malan e Palmieri (Fi ; Fucci e Tarquinio (CoR); Rampelli (FdL).

“La Corte Costituzionale saprà se ammettere o meno il referendum. Ma la cosa non ci preoccupa. Abbiamo vinto quello sul divorzio, stravinto quello sull’interruzione della gravidanza. Gli italiani non hanno mai votato per tornare indietro”.

L’attacco è frontale, infine, rispetto alla “obiezione di coscienza” sulla legge lanciata dal leader della Lega Nord. “Matteo Salvini fa campagna elettorale, come sempre sulla pelle delle persone discriminate. Ma fa parte del suo modo di essere e chi lo vota lo deve sapere. Voterà una persona che vuole discriminare. Salvini – ha aggiunto la Cirinnà – sa perfettamente che tutti i sindaci giurano sulla Costituzione, quindi l’obiezione di coscienza non è possibile per i sindaci su nulla. Se il singolo sindaco non vuole fare l’unione civile, delegherà un assessore, un consigliere comunale o un funzionario. Non sarà possibile che negli ottomila e più comuni d’Italia, anche in uno solo, non sia possibile celebrare le Unioni civili”.

Dal 5 giugno, dunque, si volterà pagina. “La legge entrerà in vigore, fra un mese avremo il decreto attuativo per dire ai sindaci come si fanno le Unioni Civili, dove si iscrive, qual è il rito, quale la cerimonia. Da settembre confetti, vecchie zie che piangono e finalmente felicità…”.

 

Riccardo Tripepi