Il dato elettorale, nel Paese come in Calabria, può considerarsi epocale perché segna il definitivo affermarsi di sistema tripolare e la chiara sconfitta dei partiti tradizionali. Oltre a consegnare l’Italia ad una fase di incertezza colpevolmente cercata da questa classe dirigente che ha messo a punto una legge elettorale che non poteva avere nessun altro sbocco. Pd e Forza Italia sono in grande affanno lavorati ai fianchi dal Movimento Cinque Stelle che trionfa in Italia e in particolare al Sud dove la protesta e la disaffezione verso la classe dirigente sono più alte, così come dimostrato anche dai dati relativi all’affluenza. Gli azzurri di Silvio Berlusconi perdono, invece, dopo oltre 20 anni, la leadership della coalizione di centrodestra a vantaggio della Lega di Matteo Salvini che comincia a porre le basi per un radicamento anche nel Mezzogiorno.

I risultati dei collegi uninominali per la Camera in Calabria

Nella nostra Regione i risultati sono impressionanti: sugli 8 collegi uninominali della Camera il Movimento che sfonda il 43% dei consensi, con punte vicine al 50% nel Nord della Calabria, se ne aggiudica 6, lasciando solo il collegio di Gioia Tauro a Forza Italia con Francesco Cannizzaro (42,37%) e quello di Vibo a Wanda Ferro (35,74%) con Fratelli d’Italia. I due risultati hanno avuto il traino della spinta di Giuseppe Pedà a Gioia e di Claudio Parente a Vibo che sono pronti a subentrare in Consiglio regionale a Cannizzaro e Ferro.

Al Pd, fermo ad un disastroso 14% (13% al Nord della Calabria e 15% al Sud) un risultato che non si presta ad alcun alibi: zero collegi con i tonfi clamorosi di Nicodemo Oliverio a Crotone con il 13,81% a fronte del 51,60% della grillina Elisabetta Barbuto, di Bruno Censore (25,34%) a Vibo che si classifica soltanto terzo, così come Ferdinando Aiello (17,35%) a Corigliano, sconfitto da Francesco Sapia (50,57%). Flop anche del vicepresidente della giunta regionale Antonio Viscomi che non va oltre il 16% nel collegio di Catanzaro, anche se sarà ripescato con il proporzionale.

Niente da fare per la lista di Beatrice Lorenzin collegata al Pd che vede sonoramente bocciato l’ex presidente della Commissione Giustizia del Senato Nico D’Ascola (18,91%) a Reggio Calabria, doppiato da Federica Dieni (36,55%). La grillina, parlamentare uscente, è stata insediata da vicino dall’ex presidente del Consiglio regionale Francesco Talarico (Noi con l’Italia-Udc)) che ha avuto una buona affermazione arrivando al 35,34%.

Ma, nonostante Occhiuto e Santelli commentino positivamente il trend calabrese superiore rispetto a quello del resto del Paese, fanno male agli azzurri di Forza Italia, che supera di poco il 20%, anche le sconfitte di Andrea Gentile (34,13%) a Castrovillari e Mimmo Tallini (30,59%) a Catanzaro, battuti dai grillini Misiti (45,58%) e D’Ippolito (45,47%). Né può passare in secondo piano la sconfitta di Paolo Naccarato (24,64%) a Cosenza, città di Roberto Occhiuto retta dal sindaco Mario suo fratello, stracciato dalla grillina Anna Laura Orrico con il 51,53%.

 Al Senato la situazione non cambia: 3 collegi su 4 ai Cinque Stelle

 Al Senato la situazione non cambia a dimostrare come la protesta non appartenga soltanto ai più giovani. I Cinque Stelle prendono 3 seggi sui 4 dell’uninominale con l’uscente Nicola Morra (48,69%) a Cosenza, Margherita Corrado a Crotone (51,41%) e Gelsomina Vono (39,18) che a Catanzaro la spunta su Piero Aiello che non va oltre il 36,84%. Unico collegio in controtendenza quello di Reggio dove si afferma Marco Siclari di Forza Italia, ma i Cinque Stelle erano stati azzoppati dall’espulsione del candidato Azzerboni. I democrat a palazzo Madama, per coerenza, confermano lo zero della Camera. Una bocciatura clamorosa per Renzi, Magorno, Oliverio e compagnia che, stavolta, non potranno limitarsi a fare spallucce. Il Pd calabrese, poi, per non farsi mancare nulla deve assorbire anche la bocciatura del ministro Marco Minniti che neanche fuori dalla Calabria, nelle Marche, ha trovato fortuna ed è stato sconfitto pesantemente. Sarà ripescato con il proporzionale ma i vertici di questo partito sembrano avere le ore contate. Pare essersene accorto anche Matteo Renzi che dovrebbe, a breve, rassegnare le dimissioni. Chissà se Magorno, stavolta, ha intenzione di seguirlo o di trincerarsi dietro le solite e stanche liturgie di un partito che ha smarrito identità, funzione sociale e contatto con i militanti.

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L'affermazione della Lega. Con Scopelliti a Reggio raggiunge il 7,26%

Chi spera ancora di poter avere un seggio, ma al proporzionale, è la Lega di Salvini che, con tutta probabilità se lo contenderà con Fratelli d’Italia fino all’ultimo voto. L’affermazione della Lega che prende il 5,70% alla Camera e il 5,94% al Senato può considerarsi assai lusinghiera, tanto da essere in grado di superare gli alleati di Fratelli d’Italia (4,60 % Camera e 4,26% Senato) e Noi con L’italia–Udc (1,95% Camera e 1,19% Senato). Con la punta del 7,26% al collegio uninominale del Senato di Reggio Calabria dove si è fatta sentire la forza di trascinamento dell’ex governatore Giuseppe Scopelliti, impegnato insieme al suo entourage nel nuovo endorsement con Salvini, che potrebbe far arrivare Tilde Minasi a palazzo Madama al termine dei conteggi per il proporzionale.

Riccardo Tripepi