VIDEO | Vertice a Lamezia pochi giorni dopo l’inchiesta Basso profilo che vede coinvolti i due scudi crociati Talarico e Cesa. Il consigliere regionale fiducioso. Non ammesso alla riunione un membro dell’ex direttivo
Tutti gli articoli di Politica
Prima la stampa lasciata assolutamente fuori, addirittura il divieto di fare anche pochi secondi di riprese, poi la colpa data ai titolari dell’albergo in cui l’incontro aveva luogo che negano l’accaduto, poi un membro dell’ex direttivo bloccato all’ingresso che davanti alla stampa si sfoga, parla di direttivo abusivo e a quel punto l’arrivo del generale Graziano con tanto di scuse alla stampa e la disponibilità a rilasciare dichiarazioni.
È stato quanto mai singolare quanto avvenuto questa sera in un albergo di Lamezia Terme dove ad una manciata di giorni dall’operazione “Basso Profilo”, che ha messo sotto indagine il presidente Udc Lorenzo Cesa e il segretario regionale Franco Talarico, e dato un brusco stop al percorso verso le regionali, una quindicina di scudi crociati si sono riuniti per fare il punto sulle regionali.
Una riunione importante stante il terremoto politico che segue alla scosse giudiziarie. Ma il consigliere regionale Graziano nega che ci siano state battute d’arresto nel percorso verso l’11 aprile, anzi, spiega alla stampa di avere più candidature di quelle possibili e che, quindi, bisognerà fare delle scremature.
Il nuovo percorso coincide con la nomina del commissario calabrese Nunzio Testa, una sorta di confronto prima ancora di presentarsi alla nuova figura. Tiepido Graziano nei confronti dell’ex segretario Talarico del quale dice di non conoscere nemmeno i capi d’imputazione, più sereno nei confronti di Cesa, ma di entrambi si dice certo che riusciranno a dimostrare la propria innocenza.
A causare un incidente diplomatico, invece, l’allontanamento di Eugenio Salerno, castrovillarese, classe 1975, membro dell’esecutivo regionale del partito nelle vesti di responsabile organizzativo. A lui Graziano avrebbe vietato l’ingresso, tanto da indurre Salerno a rivolgersi alla stampa per denunciare un “direttivo abusivo” e ricordare la nomina di un commissario, che non è appunto il generale. Ignote le motivazioni del veto, il consigliere regionale si è rifiutato di rispondere sull’argomento.