Un lavoro certosino ed inesauribile è stato quello messo in atto dal coordinamento regionale di Forza Italia e Jole Santelli e i fratelli Occhiuto per riuscire in una duplice e storica impresa: smantellare il partito in Calabria e portare al dissesto il Comune di Cosenza.

La Corte dei Conti ha certificato quello che era noto da molto tempo e che, con la solita tattica degli azzurri, è stato sistematicamente negato: le casse del Comune bruzio sono sommerse dai debiti e neanche la legge salva-Comuni può riuscire nell’impresa di rimetterle in sesto. Da sindaco e vice sindaco, insomma, Mario Occhiuto e Jole Santelli passeranno alla storia per aver centrato il peggiore dei risultati mai ottenuto dalle amministrazione cosentine. Eppure neanche davanti alla pronuncia della Corte dei Conti i due hanno battuto ciglio: “il dissesto era inevitabile e non ci saranno conseguenze per i cittadini”. Un modo goffo di minimizzare, visto che tributi e tariffe rimarranno ai massimi consentiti, il Comune non avrà somme disponibili per gli investimenti, pagherà soltanto parzialmente i propri creditori e metterà in seria difficoltà l’economica della città per lunghi anni.

La politica della negazione

Una negazione, ostinata e ottusa, che serve per continuare nella propria battaglia: Mario Occhiuto deve essere il candidato governatore della Calabria. Nonostante la Lega non lo voglia, con il commissario Invernizzi che fa un comunicato al giorno per spiegarlo, e Fratelli d’Italia abbia già espresso più di una perplessità.

Anche nel giorno più buio dal coordinamento regionale del partito si insiste: il dissesto era in preventivo e non cambia i piani in ordine alla candidatura di Mario Occhiuto.

La vice sindaco del Comune dissestato di Cosenza Jole Santelli, inoltre, con la sponda dei fratelli Occhiuto e del drappello di parlamentari che ha eletto forzando la mano al momento della compilazione delle liste per le politiche e che le debbono quindi fedeltà eterna, ormai non riesce ad ascoltare nessuna nota critica.

Le defezioni dell'ultimo anno

Neanche quelle che provengono dal suo partito che in un anno è stato distrutto su tutto il territorio calabrese. Ben sette sono stati i consiglieri regionali che hanno lasciato il partito per aderire ad altre formazioni di centrodestra. Il primo a sbattere la porta è stato Fausto Orsomarso, poi seguito da Giuseppe Graziano, Ennio Morrone, Nazzareno Salerno, Wanda FerroAlessandro Nicolò e Vincenzo Pasqua.

Una moria che avrebbe allarmato chiunque ad eccezione di questo coordinamento regionale. Ma le defezioni si sono moltiplicate su tutti i territori con altro record al Consiglio comunale di Reggio dove da ultimo ha lasciato il partito Pino D’Ascoli in aperto contrasto con l’attuale gestione del partito. Ma prima di lui avevano salutato Luigi Dattola, Antonino Maiolino, Antonio Pizzimenti, Demetrio Marino e Massimo Ripepi, mentre altri sono pronti a lasciare.

A Catanzaro le perplessità di Sergio Abramo, che si sta giocando le sue carte per essere candidato governatore e non ha firmato gli ultimi documenti del coordinamento, sono note, così come quelle di Piero Aiello. Ma non mancano i dissidenti a Vibo attorno alle posizioni dell’ex consigliere regionale Alfonsino Grillo e a Cosenza dove i fratelli Gentile si sono avvicinati molto a Giovanni Toti non trovando spazio dentro Fi.

E’ storia degli ultimi giorni, poi, l’addio a Crotone del vice coordinatore provinciale Salvatore Pacenza che ha sbattuto la porta contro la gestione “verticistica” del partito.

Colpi da ko che avrebbero steso un partito in salute, figuriamoci una Forza Italia ormai allo sbando e con i sondaggi nazionali che la danno introno al 5%. Eppure, anche in questo caso, la linea scelta dal coordinamento regionale è quella del fare finta di nulla e proseguire a testa bassa: mai analisi dei propri errori, mai un dibattito interno per confrontarsi con gli oppositori. Una linea che si è arricchita anche di minacce nei confronti degli alleati: o Mario Occhiuto o Fi o andrà avanti anche da sola. Rimane, però, un calcolo da fare a Jole Santelli e ai fratelli Occhiuto: quanti sarebbero i forzisti pronti a seguirli in questa avventura? Con la speranza che i conti li facciano in maniera più corretta di come li hanno fatti al Comune di Cosenza.