VIDEO | L'ex liquidatore spiega che i pagamenti autorizzati sono regolari, poi accusa Sergio Tempo di avercela con lui. Intanto l'ente ha ripreso a non pagare gli stipendi
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«Troppi burattinai ostacolano il rilancio del Corap, preferendo mantenere lo status quo». Per linguaggio e modalità è un Fernando Caldiero che non ti aspetti, quello che – in un’intervista all’indomani della scoperta di un verbale dell’ente che lo accusa pesantemente – contrattacca e si toglie qualche sassolino da ex commissario del Consorzio regionale per l’industrializzazione. Il commercialista di Cetraro parla per la prima volta dopo che ha dovuto lasciare, si dice rammaricato di non essere stato chiamato ad un incontro dal suo successore e sul conto dei dipendenti accusa: «Accanto a persone di indubbio valore, vi sono anche addetti che non solo non lavorano ma in qualche caso prendono stipendi più alti di quelli dei dirigenti regionali».
Circa i rilievi del revisore Sergio Tempo – che lo accusa di aver autorizzato pagamenti anche quando non avrebbe potuto – si impegna a demolire la versione del collega commercialista. «Prima della legge regionale che ha determinato la liquidazione dell’ente – spiega – io ero già commissario straordinario e, dunque, la sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittima la norma ha fatto ritornare gli organi precedenti e, quindi, io ho potuto saldare i debiti in questa veste: ho pagato da commissario straordinario, non da commissario liquidatore». Caldiero a sua volta si scaglia contro il suo accusatore: «noi abbiamo agito in un esercizio provvisorio che evidentemente lui non conosce, ha sempre avuto un atteggiamento ostico nei miei confronti».
Conti forse in sospeso, ma Caldiero qualche sassolino se lo toglie anche rispetto alla gestione Oliverio che l’aveva voluto, e che non ha saputo evitare la bocciatura della Corte costituzionale. «Bisognava finanziare un grande Piano per evitare la liquidazione – aggiunge – e invece la regione non l’ha fatto».
Caldiero ricorda che «la presidente Santelli mi ha nominato anche dopo che ero decaduto», ed anche Spirlì lo aveva difeso, prima di preferirgli l’attuale commissario, il leghista Renato Bellofiore, appoggiando il suo progetto di affitto a Fincalabra delle zone industriali. «Non sono pentito di aver fatto quella proposta, in quella vicenda si sono viste reazioni di chi, nella politica, non vuole proprio il risanamento e anzi vuole mantenere le cose come stanno per un tornaconto politico», rivela a proposito del mancato varo della locazione dovuto alla commissione di Vigilanza, guidata dal forzista Domenico Giannetta.
Ma il Corap naviga ancora in brutte acque, non paga gli stipendi da 2 mesi e la sua crisi rischia di ostacolare il varo della Zona economica speciale. «Non so se sia vero come dice il revisore che in cassa ci siano solo 400.000 euro – conclude – so che la mia gestione ha riportato al riequilibrio contabile e finanziario».