Dalla stazione di Sambiase, alla “Locomotiva” di Sant’Eufemia, fino all’abbandono dell’opificio. In conferenza stampa sono state illustrate le emergenze sulle quali il movimento si sta spendendo
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“La Calabria e la Lamezia dimenticate”. E’ stato questo il nome dato da Patto Sociale alla conferenza stampa con la quale sono stati illustrati i tre nodi nevralgici che riguardano i trasporti sui quali il movimento ha lavorato e sta lavorando.
A partire dalla stazione ferroviaria di Sambiase. «Grazie al nostro lavoro ed alle nostre denunce – ha spiegato Giancarlo Nicotera - nel lontano 2016, sono partiti i lavori alla stazione: dopo la completa ristrutturazione e messa in sicurezza, ancora però nessuna fermata. Mi auguro che venga subito inserita, senza inutili e risibili proclami: altrove si creano metropolitane di superficie e Lamezia Terme ancora deve elemosinare un semplice fermata per una utenza di oltre 22.000 persone».
C’è poi la zona della Locomotiva, a due passi dalla stazione centrale di Lamezia, a Sant’Eufemia. «Oggi i passeggeri e gli utenti rischiano l'incolumità fisica, nonché di perdere i treni. Si crea una incredibile ed inutile congestione del traffico, quando a 50 metri dalla Stazione Centrale c'è un'area predisposta naturalmente per accogliere i passeggeri e gli utenti delle linee regionali, nazionali ed internazionali» ha detto Nicotera.
Infine, la situazione dell’ex Opificio: «Farò nei prossimi giorni precipuo esposto denuncia alla Corte dei Conti al fine di far valutare e/o accertare l'esistenza o meno di possibili o eventuali responsabilità per mancata, opportuna ed ottimale custodia, vigilanza e gestione e dei beni pubblici» ha detto Nicotera.
«In questo luogo di proprietà dei calabresi - ha aggiunto l’esponente di Patto Sociale - si potrebbe creare il più grande snodo gomma-strada ferrata, in quanto è vicinissimo alla Stazione Centrale, all'imbocco autostradale ed all'aeroporto. Nessun posto ha queste caratteristiche ed è anche di proprietà pubblica. È lì fermo da 50 anni, preda di reati ed appetiti criminali. Perché? Non ci fermeremo sino a quando non tornerà dell'effettiva disponibilità della gente di Calabria».