Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
Non sarà rottura o fibrillazione, ma qualcosa di simile sì. Il rapporto tra il sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro e l'assessore al bilancio, Chiara Puteri, attraversa una fase difficile. Nulla di irrisolvibile o che non possa rientrare nella normale dialettica che intercorre tra un primo cittadino e uno dei suoi più stretti collaboratori. Se poi, come nel caso, quel collaboratore gestisce le risorse economiche di un ente, come il Comune lametino, sull'orlo del dissesto, è comprensibile come la tensione sia prevedibile. Perchè se da un lato c'è l'entusiasmo e la voglia di fare del neo eletto sindaco Mascaro, dall'altro c'è il rigore contabile di chi, come la Puteri, è lanciata nell'impresa di far quadrare i conti. Due indizi che potrebbero costituire una prova della complessità del rapporto tra Mascaro e Puteri: nel corso del consiglio comunale di oggi, nel quale il consiglio comunale ha deliberato sulla spalmatura in 30 anni di un disavanzo tecnico di 41 milioni, l'assessore si è lasciato sfuggire, nel corso del suo intervento, un eloquente: “Non so se tra un mese sarò ancora qui.” Altro indizio di quanto affermato sin qui, la si può facilmente riscontrare proprio nelle delibere di giunta, consultando l'albo pretorio: ogni atto, pur in date diverse, in cui l'ente si sia impegnato a concedere contributi finanziari a titolo di compartecipazione alle spese di manifestazioni che si sono svolte sul territorio lametino, vede l'assenza proprio dell'assessore Puteri. Una coincidenza, si potrebbe obiettare. Ma una strana coincidenza, verrebbe da dire. E c'è chi sussurra che, invece, le assenze siano il segno tangibile di un dissenso proprio verso l'impiego di risorse in attività non strettamente indispensabili. E non tanto perché tali attività non abbiano dignità o non siano meritevoli, ma perché le casse comunali piangono miseria come non mai. Un'eredità della precedente gestione. Come i 41 milioni di euro di disavanzo tecnico dell'ente discussi oggi in consiglio, non senza ulteriori frizioni, come quella causata dall'astensione dell'Udc, partito di maggioranza, proprio nel voto sulla pratica contabile.