Il presidente Nicola Irto ha convocato il Consiglio regionale per giovedì 26 ottobre. All’ordine del giorno la modifica del Piano di Sviluppo Rurale, per come imposto dalla Commissione europea, i rendiconti di Arsac e Arcea e il riaccertamento straordinario dei residui di Calabria Verde, messi a punto in Commissione Bilancio. A chiudere la seduta la legge targata Giuseppe Graziano sui debiti fuori bilancio del Consiglio.

Un ordine del giorno risicato ma che per il presidente Irto è stato sufficiente per decidere una convocazione dell’Assemblea dopo la lunga pausa dovuta alla crisi politica determinata dal rinnovo dell’Ufficio di presidenza e delle Commissioni. Crisi non ancora rientrata del tutto, considerato che la Commissione “Riforme” non è ancora stata rinnovata dopo i contrasti interni al Pd sulla presidenza, come fa notare il capogruppo di Fi Alessandro Nicolò.

 

La Commissione Riforme rimane senza presidente

«La Commissione Riforme di cui faccio parte non è stata rinnovata per le ragioni che sono noti a tutte. Spero che questo differimento non sia sine die. Questa è la cartina di tornasole di una realtà che comunque risulta essere impantanata. Per uscire dalla palude serve un vero colpo di reni e un grande senso di responsabilità».

Il capogruppo Nicolò si riferisce alla decisione assunta dal centrosinistra, nelle giornata in cui sono stati rinnovati gli Uffici di presidenza di tutte le Commissioni consiliari, di fare mancare il numero legale proprio durante la riunione della Commissione “Riforme”, la cui presidenza è ancora in bilico tra l’uscente Baldo Esposito di Alternativa Popolare e Francesco D’Agostino della Oliverio presidente. Proprio quest’ultimo, dopo aver lasciato la carica di vicepresidente del Consiglio di maggioranza a Enzo Ciconte, è stato indicato quale componente della Commissione, prendendo il posto di Vincenzo Pasqua. Una sostituzione che ha fatto pensare alla decisione assunta dal centrosinistra di affidargli la presidenza.

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Le accuse di Nicolò

Ma la crisi dell’attività produttiva del Consiglio regionale, secondo Alessandro Nicolò, sarebbe più generale. «Mi è stata più volte chiesto perché il Consiglio si riunisce poco – ha spiegato Nicolò – ma l’Assemblea non può riunirsi se non ci sono leggi da approvare e se le Commissioni non lavorano. Si è davanti evidentemente ad una crisi politica che mette in difficoltà il Consiglio che questa giunta regionale ha spesso considerato come un semplice passacarte».

Riccardo Tripepi