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La riforma del Senato a livello nazionale e le trattative senza sosta tra i partiti politici in vista del voto finale stanno provocando grande agitazione all’interno del nuovo centrodestra. Molti degli uomini di Alfano, e tra questi i senatori calabresi, sono corteggiatissimi anche da Denis Verdini che ha garantito a Renzi una conta favorevole nel momento determinante.
Gli alfaniani, dunque, sono in grande fermento e, anche a livello periferico, si cominciano a vedere gli effetti delle manovre romane. E’ di qualche giorno fa, ad esempio, la notizia dell’intesa raggiunta in Sicilia dagli alfaniani che hanno siglatol’accordo con Crocetta entrando di fatto nella maggioranza. Ingresso che, con tutta probabilità, determinerà un prossimo rimpasto di giunta sicula.
Tonino Gentile che scruta sempre con attenzione i movimenti all’orizzonte sa che è arrivato il momento delle scelte. E ieri sembra avere dato un indirizzo preciso al percorso politico degli alfaniani calabresi. Dopo aver passato le ultime settimane a smarcarsi dal Pd, senza risparmiare critiche al governatore finito sotto la scure dell’Autorità nazionale anticorruzione, il coordinatore regionale di Ncd tende nuovamente la mano a Mario Oliverio ed Ernesto Magorno, proponendo addirittura una piattaforma di confronto. Quasi un preludio alla possibilità di ripetere anche in Calabria la via intrapresa dai siciliani.
«Siamo intervenuti più volte, e con equilibrio, relativamente alla vicenda regionale – esordisce Gentile - Crediamo che si debbano privilegiare sforzi di intesa istituzionale sui problemi della Calabria. Al presidente Oliverio e al vicepresidente Viscomi offriamo questa piattaforma di confronto, ritenendo che essi non potranno non condividere queste linee guida: individuazione delle misure da adottare urgentemente, attraverso il Fse, per il contrasto alla povertà, che è forse la prima emergenza che abbiamo e che riguarda la vita dei nostri concittadini, molti dei quali vivono in condizioni di vera e propria indigenza; attuazione del piano dei rifiuti, con l'individuazione delle linee di intervento e la collaborazione istituzionale della guardia di finanza, al fine di prevenire qualsiasi tipo di frode, finanziaria e ambientale. In questo ambito va attuata immediatamente la politica di disinquinamento delle coste, poiché se è necessario potenziare i sistemi di depurazione, urge farlo ora; piano di sostegno alle imprese, con un intervento finalizzato alle assunzioni dei disoccupati, con precedenza a quelli di lungo corso».
Quasi un programma politico che Gentile sottopone a quelli che, evidentemente, considera degli alleati. Un passo del genere significa che a Roma qualcosa deve essere capitato. I senatori calabresi, evidentemente, hanno dato la disponibilità al voto favorevole sulla riforma del Senato che tanti problemi sta creando al governo Renzi. Un accordo che dovrà tenere conto anche della situazione di Giovanni Bilardi che aspetta di conoscere il proprio destino nella seconda metà del mese di ottobre. Solo dopo l’approvazione della riforma del Senato, infatti, palazzo Madama sarà chiamato a pronunciarsi sull’autorizzazione al suo arresto. Gentile è convinto che si ripeterà quanto già successo con Azzollini e che l’autorizzazione non sarà concessa. Sul tavolo delle trattative dovrebbe essere finito anche il suo posto da sottosegretario, evaporato appena un anno fa per un soffio. Adesso potrebbe essere arrivato il momento di passare alla cassa e Gentile non è un tipo che si farà attendere.