VIDEO | Il consigliere regionale del Pd Raffaele Mammoliti ricorda a Occhiuto l'ordine del giorno che lo impegna a realizzare un piano straordinario per il lavoro. Il parlamentare forzista Cannizzaro invece evidenzia il gran lavoro parlamentare per stabilizzare i tirocinanti
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L’inflazione galoppa, i salari in Italia sono i più bassi d’Europa e fermi da quasi vent’anni, il potere d’acquisto delle famiglie si assottiglia sempre più. Si preannuncia un autunno caldo nel Paese per la difficile situazione economica che vive l’Italia con la premier Giorgia Meloni che vorrebbe sostenere le famiglie ma non sa dove trovare i soldi in bilancio.
La situazione rischia di diventare ancora peggiore in Calabria dove già percepire un salario e avere un lavoro stabile è un terno al lotto. La Regione a volte sembra vivere sul precariato. Ci sono i 4000 tirocinanti calabresi che vivono un paradosso: sono indispensabili per mandare avanti la Pubblica amministrazione calabrese, ma il loro futuro è appeso ad un filo. Ogni presidente di giunta regionale giura di voler azzerare il precariato calabrese, ma nessuno per ora ci è realmente riuscito. Il bacino dei precari nel tempo si è gonfiato come una rana a causa di scelte politiche che hanno basato il consenso sul ricatto sociale.
La vertenza | Anche un sussidio di 600 euro al mese fino alla pensione tra gli incentivi per svuotare il bacino dei 4000 tirocinanti calabresi
«Vorrei solo ricordare che il Consiglio regionale ha approvato un ordine del giorno che impegnava il presidente a realizzare un piano straordinario per il lavoro - dice a LaC News24 il consigliere regionale del Pd, Raffaele Mammoliti - per asciugare le sacche di precariato e attivare politiche attive verso gli inoccupati. Siamo un po’ in ritardo ma come opposizione prendiamo atto di quanto si sta facendo sul precariato e vigileremo affinché si possano dare risposte davvero concrete al lavoro per disoccupati e precari calabresi».
«Non ricordo un solo giorno a partire dalla primavera 2021 che con Roberto Occhiuto non ci siamo occupati dei tirocinanti di Calabria, sin dai tempi in cui eravamo all’opposizione in Parlamento. Lo abbiamo fatto a colpi di emendamenti e misure straordinarie, con attività di Commissione complicate e dibattute, quando gli esponenti degli altri partiti si rifiutavano di sottoscrivere i nostri emendamenti, addirittura, disertavano l’Aula per non prendere posizione. Lo abbiamo fatto in maniera costante, seria, rispettosa dei disagi e delle difficoltà che vivono migliaia di padri e madri di famiglia, che l’unica colpa che hanno è quella di aver trovato lungo la loro strada, prima del 2021 ovviamente, solo frasi e soluzioni di circostanza. Ecco perché quella dei tirocinanti è una questione che ci sta molto a cuore, che certamente non lasceremo irrisolta, come fatto in passato da tutti gli altri. Certo, non è una faccenda di facile e rapida risoluzione. Le norme realizzate con gli emendamenti a firma Occhiuto-Cannizzaro sono i pilastri su cui oggi si regge ogni soluzione per questa platea. Solo noi nella storia del regionalismo calabrese abbiamo affrontato di petto la questione tirocinanti, riuscendo a farla inserire nell’agenda di Governo. E di questo ce ne vantiamo». A dirlo è Francesco Cannizzaro, vice capogruppo di Forza Italia alla Camera e Coordinatore regionale del partito.
Ma i tirocinanti, come ricorda Mammoliti, sono solo una delle categorie a “rischio” in Calabria. Con loro ci sono i precari della scuola e tutta una marea di invisibili, di gente che lavora nei call center a progetto, chi lavora in nero, chi percepisce un salario che non è degno di essere chiamato tale. Senza ammortizzatori sociali come il reddito di cittadinanza e aspettando altre forme di inclusione sociale, l’autunno che verrà si preannuncia davvero caldo.