Non si fida Roberto Occhiuto. Per niente si fida. E gradirebbe non poco che il presidente del consiglio regionale Mancuso lasciasse definitivamente la Lega già prima del voto europeo. Destinazione, manco a dirlo, Forza Italia che poi è l'ancoraggio del potere che più per calcolo che per “passione” il presidente del consiglio ha già sostanzialmente individuato. Non a caso ha già anticipatamente incassato proprio il rinnovo della poltrona più corposa dell'aula di Palazzo Campanella, niente avviene a caso. Ha un “conto” però da chiudere proprio alle Europee, Mancuso. Onorare la “maglia” del Carroccio prima di lasciarla e onorare soprattutto un patto con Aldo Patriciello, la “portaerei” del consenso meridionale a cui dover dar conto nell'ufficio di Salvini e Durigon. Certo, la stanza di presidente del consiglio regionale spiace a tutti lasciarla. L'ufficio, il budget, la rappresentanza. Ogni giorno strappato in più è un giorno da ricordare. Ma Mancuso sa bene che prima o poi toccherà il saluto (passerà a Mattiani), quello scranno è in ogni caso della Lega

Ma Occhiuto pressa per il passaggio di Mancuso a Forza Italia prima del voto. Perché non si fida e perché, soprattutto, non è entusiasta delle prospettive del partito a Catanzaro a urne scrutinate. Gli azzurri rischiano il cappotto nel capoluogo e il presidente di Regione ne è più che consapevole. Lontani i tempi di Tallini, Piero Aiello e Baldo Esposito. Oggi tocca a Marco Polimeni difendere la maglia azzurra di Occhiuto con tutto quello che ne consegue in termini di stratificazione del consenso. L'entusiasmo può attendere. Per arginare il probabile non successo di Forza Italia dalle parti di Catanzaro Occhiuto tenta il passaggio prematuro di Mancuso tra gli azzurri ma non è semplice, per niente. Ci sarà, ormai è scontato. Il presidente del consiglio regionale non ha neanche rinnovato la tessera del Carroccio. Ma con ogni probabilità dopo il 9 giugno e occorre chiedere a Durigon e Salvini il vero perché. Se dovesse strappare clamorosamente prima, Mancuso, la Lega ha già pronto il piano b in consiglio regionale con il “saluto” (anche questo scontato, è questione di tempo) di Katya Gentile in senso opposto. Dal partito di Roberto Occhiuto a quello di Simona Loizzo. Della serie, l'Europa del Carroccio quel che perderebbe a Catanzaro lo riacciufferebbe a Cosenza.

La tensione in ogni caso tra Forza Italia e Lega è ogni giorno più percettibile. Il voto europeo stressa, offre adrenalina, sparge competizione a partire dal decimo piano della Cittadella ma di fatto è già nelle cose che l'assetto generale della maggioranza di governo regionale è destinato a mutare. Il probabile rimpasto, tanto invocato o temuto, pone a serio rischio gli assessori Staine e Varì anche se per il momento Roberto Occhiuto fa filtrare che se cambi vi saranno solo in senso positivo per Forza Italia, la presidenza di una commissione ad un altro consigliere regionale azzurro. Poco, troppo poco per Fratelli d'Italia che inizia ad alzare l'asticella delle (giuste) pretese anche in considerazione delle urne che verranno. E del loro responso. Il partito di Wanda Ferro non è presente nemmeno nell'ufficio di presidenza, mastica deleghe in giunta non trascendentali (così come la Lega, del resto) e potrebbe presto o tardi ricordare a sé stessa che è il primo partito del Paese.