VIDEO | Altra presentazione del libro sulla detenzione dell'ex governatore in cui il confronto è stato allargato agli anni che resero ambita la sede in riva allo Stretto
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«Aspetto di vedere in azione qualche giornalista d’inchiesta». È ironico, ma certamente sfidante, Giuseppe Scopelliti rispondendo, a margine della presentazione di Taurianova del libro intervista “Io Sono Libero”, sui nomi bersaglio della sua denuncia pubblica. L’ex governatore, che inserisce il confronto nella sala consiliare in quello che chiama «tour nazionale anche per dare voce a chi voce non ha», si fa accompagnare da Luca Palamara, anche lui un ex potente che da anni cannoneggia contro «il sistema». L’ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati, che è ospite della Rassegna Letteraria Autunnale ma non presenta un suo libro, a dire il vero qualche nome lo fa.
«Al di là delle vicende giudiziarie di Scopelliti – argomenta –, questo libro apre una squarcio anche sugli anni del dopo Pignatone a Reggio Calabria, quando venne nominato alla guida della Dda Cafiero de Raho che era in competizione con Gratteri e Prestipino, per una Procura che prima non era ambita e che poi improvvisamente divenne oggetto di desideri di molti magistrati». Il retroscena temporale, con i due che non diranno mai esplicitamente che il processo e la condanna di Scopelliti furono il riflusso di quella stagione «dominata anche da attentati veri e attentati falsi», ha trovato anche nella Piana reggina un folto pubblico interessato ad ascoltare. «Si tratta – ha detto il sindaco Roy Biasi – di argomenti che nel libro non vengono proposti con spirito partigiano, credo che sia ormai trasversalmente riconosciuto il bisogno che si arrivi ad una riforma del rapporto tra politica e magistratura improntata all’equilibrio e credo che questa esigenza interessi anche a noi amministratori spesso alle prese con legislazioni non chiare che rischiano di bloccarci nel momento in cui, invece, le comunità ci chiedono tempestività nelle risposte».
Il confronto, che ha chiuso una rassegna che ha proposto un ciclo di 5 incontri, non a caso è stato seguito anche da diversi consiglieri di opposizione, con Scopelliti che ha potuto fare anche qui un bagno di folla che lo incentiva a proseguire in quella che definisce «una operazione verità suffragata da documenti e testimonianze autorevoli, per dare agli italiani anche un segnale di speranza che le esperienze politiche non possono essere fermate in maniera traumatica in base a teoremi giudiziari».