Il capo della Protezione civile regionale a Non è l'Arena su La7 punta il dito contro la politica e la burocrazia della Cittadella: «In Calabria 30 anni di incrostazioni clientelari. Quando sono arrivato c'era gente con la licenza elementare»
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«Tansi non deve essere lasciato solo» è questo l'appello lanciato in diretta questa sera da Massimo Giletti dagli studi di "Non è l'arena" su La7 che ha ospitato il capo della Protezione civile regionale sospeso dalle sue funzioni per 45 dopo un provvedimento disciplinare della Regione. «Sono stato espulso al 90° quando, se fossi un rigorista, avrei dovuto tirare i calci di rigore - ha affermato Carlo Tansi -. C'erano tanti progetti da concludere, tante cose da fare in una terra che è la prima regione italiana a rischio idrogeologico e soprattutto sismico».
Sprechi assurdi
Intervistato da Giletti sui motivi della sua sospensione Tansi risponde: «C'è un plotone di esecuzione che questa sera mi sta guardando ed è pronto a segnare qualunque cosa io possa dire». Incalzato dal conduttore il geologo aggiunge: «Io faccio il ricercatore del Cnr, mi sono trovato catapultato in una Regione dove, specialmente nella Prociv, il malaffare era un fatto comune. Ho cercato di distruggere questo malaffare e di limitarne i danni». È Giletti poi a ricordare che c'erano autisti che guadagnavano 6mila euro al mese di straordinari, ed è sempre il conduttore de L'Arena a chiedere in che modo venivano spesi i soldi. A questo punto Tansi fa un esempio su tutti: «Se bisognava acquistare un pick up con un cassone da 500 litri, si spendevano 85mila euro quando in realtà se ne potevano spendere 25mila».
Da 91 dipendenti a 35
Sin dal suo insediamento Tansi ribadisce di aver invertito la rotta, a partire dal personale. «Quando sono arrivato c'erano 91 dipendenti, in gran parte persone con la quinta elementare o la terza media, senza specializzazione, quando la Lombardia ne ha 9 su 10 milioni di abitanti, contro i 2 milioni della Calabria. Così, da 91 sono diventati 35, li ho fatti specializzare e ora sono molto più preparati. Per non parlare del fatto che in passato in sala operativa andava via la luce quando arrivavano i temporali». Quella stessa sala operativa dalla quale dovevano partire i messaggi di allerta. Le parole di Tansi suscitano lo stupore di Giletti e dei suoi ospiti. Tra questi il giornalista Luca Talese, che paragona il capo della Prociv calabrese al protagonista de Il giorno della civetta di Sciascia, il capitano Bellodi, un personaggio che diventa simbolo di denuncia sociale dell’esistenza della mafia in un clima politico.
Giletti invita Oliverio la settimana prossima
Alla domanda «chi l'ha cacciata?» il geologo, che tra le altre cose ricorda di essere stato anche minacciato di morte da parte di un autista, risponde: «Mi ha cacciato qualcosa che è molto più forte della politica, la burocrazia. I politici passano dalle regioni, i burocrati restano nelle regioni per 30 anni. In Calabria ci stanno incrostazioni di 30 anni di burocrazia».
Lo spazio dedicato al capo della prociv calabrese, che domenica prossima sarà nuovamente in diretta negli studi di Non è l'Arena, si chiude con due inviti da parte di Massimo Giletti, il primo è rivolto al senatore della Lega Massimiliano Romeo, rappresentante del "governo del cambiamento", ospite della trasmissione, ad occuparsi del caso Tansi: «Chi vuole cambiare in positivo il Paese deve essere sostenuto» ribadisce il conduttore. Il secondo invito è rivolto invece al presidente della Regione Mario Oliverio «Tansi, noi la prossima settimana saremo di nuovo con lei e speriamo che il presidente voglia intervenire».