"Non vi è alcun dubbio che all’interno della minoranza in Consiglio regionale esistono due visioni diverse. Una che sostiene l’esigenza di un’opposizione netta, senza sconti, ad una maggioranza che numericamente è più che autosufficiente e ad un Governatore che meriterebbe il “tapiro d’oro” per la sua inadeguatezza. L’obiettivo, per questa parte dell’opposizione, è creare fin d’ora le condizioni per un’alternativa ad Oliverio. Non è un caso che la prima grande rivincita, dopo la sconfitta delle regionali, il centrodestra l’abbia avuta proprio nelle province dove i consiglieri regionali e il partito hanno denunciato con più forza i limiti di un PD dilaniato da lotte interne e incapace di guidare la Calabria.
L’altra visione, oserei dire “verdiniana”, presente nella minoranza predica ed attua, al contrario, un’opposizione soft, che non disturbi più di tanto il manovratore, al quale , se occorre, si tende una mano in situazioni di difficoltà. La vicenda del referendum sullo Statuto, prima promosso e poi sabotato, la dice tutta. Ma forse occorrerebbe anche ricordare un provvidenziale certificato medico che ha consentito ad Oliverio di rinviare la seduta d’insediamento, per lui piena di insidie, del Consiglio regionale.


La posizione chiara assunta in aula, attraverso il mio intervento, è stata proprio questa: ho accusato il presidente Oliverio di scegliersi chi deve occupare le postazioni che spettano di diritto alle minoranze, distribuendo ad arte i voti della maggioranza secondo un ben preciso disegno. Era già accaduto con la vicepresidenza del Consiglio regionale, quando il presidente ha deciso di premiare la “minoranza della minoranza”, anziché il partito più votato. Si è ripetuto con la nomina del segretario dell’ufficio di presidenza del Consiglio (con l’esponente della minoranza prendere più voti di quello della maggioranza) e infine con la presidenza della commissione di vigilanza. Il nome è stato, nei fatti, “imposto” da Oliverio, mentre doveva scaturire dai gruppi di opposizione attraverso un libero confronto. In altre parole, il presidente si è ben guardato di affidare la commissione che deve controllare i suoi atti ad un esponente intransigente e che avrebbe potuto creargli qualche problema.


Se l’indicazione del collega Morrone fosse venuta correttamente dall’insieme delle opposizioni, non avrei avuto difficoltà a votarlo, conoscendo peraltro la sua esperienza politica. E’ il “metodo Oliverio” che io ho contestato e le mie parole dure, ma mai offensive sul piano personale, sono state dirette in maniera inequivocabile al Governatore.


Su questi presupposti si basa la richiesta della mia espulsione da Forza Italia che non mi trova affatto impreparato. Ci ha già provato, un anno fa di questi tempi, un parlamentare “nominato” da Berlusconi e che oggi è con Verdini ed appoggia Renzi. E’ la stessa regia che, con la complicità dell’ufficio di presidenza del Consiglio e dell’alta burocrazia di Palazzo Campanella, è riuscita invece ad escludermi dal gruppo consiliare della lista in cui risulto il più votato in assoluto in Calabria. Nonostante queste manovre, il partito regionale, di concerto con quello nazionale, ha inteso affidarmi il coordinamento provinciale di Catanzaro con motivazioni che mi riempiono di orgoglio. Dunque, ben venga l’operato dei probiviri che potranno accertare, attraverso l’esame dell’attività svolta in Consiglio Regionale, chi veramente meriterebbe l’espulsione dal partito per aver remato contro gli interessi di Forza Italia.


Ora mi auguro, nell’interesse del partito e di un centrodestra che ha iniziato la rimonta in Italia, che Forza Italia ritrovi unità e slancio su una linea politica credibile per mandare a casa Oliverio al più presto. C’è un solo modo per mandare questo segnale: vincere le amministrative a Cosenza e Crotone. Possiamo riuscirci solo se riusciremo, come abbiamo fatto a Vibo Valentia e Lamezia Terme, a fare capire agli elettori che questa che ci governa è la peggiore Giunta regionale di tutti i tempi".