VIDEO | Il presidente degli avvocati catanzaresi ribadisce la sua estrazione di centrodestra ma rimarca la frattura insanabile con Forza Italia
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L'idillio tra Antonello Talerico e Mimmo Tallini è già finito? Piano. Perché trarre una conclusione del genere da quanto accaduto oggi, con due importanti dichiarazioni ufficiali da parte di entrambi a mezzo conferenza o comunicato stampa, sarebbe affrettato. Sta di fatto, però, che Talerico la sua scelta in vista del ballottaggio per eleggere il nuovo sindaco di Catanzaro l'ha fatta, peraltro comunicandola ai giornalisti poco fa, mentre Tallini no. O meglio, quest'ultimo e come ovvio il partito da lui rappresentato (Noi con l'Italia) hanno preferito non scegliere fra i contendenti Valerio Donato (leader della coalizione "multi-ideologica" Rinascita) e Nicola Fiorita (a capo del campo largo del centrosinistra). Talerico invece, che naturalmente puntava a essere al posto di uno dei due, ora starà decisamente dalla parte di Fiorita.
Non con un apparentamento tecnico, però. Bensì con la preferenza per la figura di Fiorita su cui conta di poter far convergere oltre il 50% dei circa 6.500 consensi ottenuti dal fronte da cui era sostenuto al primo round, conclusosi con la tornata di domenica scorsa.
Una decisione che il diretto interessato ha così motivato: «Ho detto che non avrei chiesto niente a nessuno per garantire il mio appoggio al secondo turno. E ho mantenuto la parola. Tant'è vero che un Fiorita sindaco, da me gettonato perché non potrei stare certo con uno schieramento in cui c'è ad esempio la nutrita rappresentanza di chi non mi ha voluto alla guida del centrodestra catanzarese (fin troppo chiara l'allusione al numero uno di Forza Italia in Calabria, Giuseppe Mangialavori, il quale ha scomunicato Talerico dopo il ricorso da lui presentato sull'esito delle Regionali in veste di candidato forzista, ndr) non dovrà darmi assessorati o altre contropartite. Io, del resto, ho chiaro in mente cosa dovrò fare, ovvero formare un unico gruppo chiamato "Io scelgo Catanzaro", di cui sarò a capo in Aula, al quale vedremo se aderirà anche Giulia Procopi (vicina a Tallini e quindi a Noi con l'Italia, ndr)».
A quanti poi gli hanno chiesto delle eventuali difficoltà per un Fiorita al comando di un consiglio comunale in maggioranza donatiano ha risposto: «Nicola ha tanti sostenitori fuori dal civico consesso, che lo spingeranno alla vittoria, e ne avrà molti di più dentro. Datemi retta. Altro che anatra zoppa dunque (come viene definita la situazione in cui il primo cittadino e l'assemblea sono di "segno diverso", ndr), in realtà ci sarà un cinghiale a difesa della postazione raggiunta. Perché nessun consigliere neoeletto si dimetterà. Non ci saranno sufficienti motivi al mondo per fargli compiere questo gesto. Semmai potrebbe essere Fiorita a dare forfait o addirittura anche un Donato a cui già adesso i suoi tirano la giacca in continuazione per un posto in Giunta o altre rendite di posizione. Sembra sia infatti alle prese con molti malpancisti, soprattutto fra gli esclusi tra i favoriti per la conquista di un seggio».
Un'ultima considerazione, tuttavia, Talerico l'ha riservata al suo possibile ingresso in consiglio regionale. A riguardo ha spiegato: «Sapete che pende un ricorso su tale delicata questione. A me è andata bene in prima istanza, ma si deciderà tutto il prossimo autunno. Di sicuro sono, e rimango, un uomo di centrodestra. E da quella parte verosimilmente mi collocherei a Palazzo Campanella. Ma non nelle file di Forza Italia (il motivo è stato illustrato poc'anzi, ndr). Starei insomma a supporto del governatore Roberto Occhiuto con cui conservo un buon rapporto personale e al quale devo dare atto di non aver messo il naso nelle Amministrative del capoluogo e persino neppure in quelle della sua Cosenza l'estate scorsa. Un comportamento di grande correttezza, che ho apprezzato molto».