La visita del vicepresidente del Consiglio, Antonio Tajani, a Motta San Giovanni per ricevere il prestigioso Premio Minatore d’Oro ha rappresentato un momento di riflessione profonda sui valori fondanti della nazione. La cerimonia, svoltasi in un clima di grande partecipazione e commozione, ha celebrato il ruolo centrale del lavoro e il contributo dei minatori meridionali alla costruzione dell’Italia moderna. Il premio, realizzato dal maestro orafo Michele Affidato, è un simbolo tangibile di resilienza e forza collettiva, un omaggio a chi ha reso possibile il progresso dell’Italia.

Il saluto ai bersaglieri e poi il lungo applauso che lo ha accompagnato all’ingresso della grande tensostruttura posta di fronte al palazzo del Municipio. Alla cerimonia erano molti i sindaci presenti, dall’Area Grecanica e da molti altri comuni della provincia reggina. Assieme al vicepresidente del Consiglio, l’eurodeputata Giusy Princi, l’onorevole Francesco Cannizzaro, l’assessore regionale Maria Stefania Caracciolo, al vicesindaco metropolitano Carmelo Versace, insieme a molti altri rappresentanti delle istituzioni politiche, civiche e militari.

Il sindaco Giovanni Verduci ha aperto la cerimonia con un intervento toccante, ricordando il sacrificio personale legato alla figura del padre, morto giovane dopo una vita trascorsa nelle miniere. Memoria e orgoglio che hanno commosso lo stesso Verduci e l’intera platea, emozionando visibilmente il vicepresidente Tajani che, al termine dell’intervento, ha condiviso con il sindaco Verduci un abbraccio caloroso, simbolo di rispetto e gratitudine verso le generazioni che hanno contribuito al futuro del Paese. «Il minatore rappresenta l’anima del mottese. Le nostre famiglie, con il loro lavoro e sacrificio, sono state protagoniste dello sviluppo economico nazionale e non solo», ha dichiarato Verduci.

Tajani: Il Sud come motore dell’Italia industriale e commerciale

Nel suo discorso, Antonio Tajani ha offerto una lucida analisi del ruolo strategico del Sud nel sistema economico italiano. «Se oggi siamo la seconda potenza industriale europea e la quarta potenza commerciale mondiale, lo dobbiamo anche ai minatori di Motta San Giovanni e ai tanti lavoratori del Sud che hanno contribuito a costruire le infrastrutture e l’industria del Paese», ha affermato. Con queste parole, ha sottolineato l’importanza di riconoscere il contributo storico e attuale del Mezzogiorno alla prosperità nazionale.

Tajani ha inoltre ricordato le condizioni durissime affrontate dai minatori: turni massacranti in spazi angusti, dove spesso si lavorava al limite della sopportazione fisica. «Il loro sacrificio non va dimenticato. Questi uomini hanno incarnato valori di dedizione e coraggio che devono continuare a ispirare le nuove generazioni», ha aggiunto. Le sue parole hanno trovato eco nei presenti, che hanno accolto con applausi la sua ferma convinzione che il lavoro sia uno dei pilastri della dignità e dell’identità italiana.

La memoria come guida per il futuro

Un tema centrale del discorso di Tajani è stato il legame imprescindibile tra il passato e il futuro. Ricordare i sacrifici dei minatori non è solo un esercizio di memoria storica, ma una guida per costruire una società più coesa e inclusiva. Tajani ha evidenziato come i lavoratori del Sud non abbiano solo contribuito alla crescita economica, ma anche alla diffusione di valori culturali che continuano a rafforzare l’identità nazionale.

Le emozioni di Tajani erano palpabili. «Ricevere questo premio è per me un onore immenso. Mi sento un patriota e un rappresentante di un Paese che ha costruito la sua grandezza sul sacrificio dei suoi cittadini», ha dichiarato. Il Premio Minatore d’Oro, in questo senso, diventa non solo un tributo simbolico, ma un punto di riferimento per riaffermare l’importanza del lavoro come valore collettivo.
Nel suo intervento, Tajani ha indirettamente attaccato l’autonomia differenziata, rigettando sostanzialmente l’idea di un’Italia divisa e proponendo, invece, una visione unitaria in cui il Sud e il Nord collaborino per il bene comune. «Non possiamo pensare all’Italia come a due velocità. Siamo un unico grande Paese, e la nostra forza risiede nell’unità», ha dichiarato.

«Se il Nord è oggi una realtà prospera – ha proseguito Tajani - lo deve anche ai tanti lavoratori del Sud che hanno contribuito al suo sviluppo. È un legame che non possiamo né dobbiamo dimenticare».
Il vicepresidente del Consiglio ha anche affrontato il tema della sicurezza sul lavoro, evidenziando le sfide ancora aperte in questo ambito. «Ci sono troppe morti sul lavoro. Dobbiamo impegnarci affinché chi lavora lo faccia in condizioni di totale sicurezza, e premiare le imprese che rispettano questi principi fondamentali».

Un riconoscimento al sacrificio: Il valore del Premio Minatore d’Oro

Il Premio Minatore d’Oro è molto più di un semplice riconoscimento. Come spiegato dal sindaco Verduci, esso incarna l’essenza di una comunità che ha saputo trasformare il sacrificio in progresso. Durante la cerimonia, è stata anche posata la prima pietra del progetto “Borgo dei Minatori”, un’iniziativa che punta a valorizzare il centro storico di Motta San Giovanni e a recuperare i luoghi legati alla memoria mineraria. «Questi lavori rappresentano un ponte tra il nostro passato e il nostro futuro», ha affermato Verduci, sottolineando l’importanza di preservare la storia locale come strumento di crescita e sviluppo.

Il sacrificio come eredità nazionale

La visita di Antonio Tajani a Motta San Giovanni e il conferimento del Premio Minatore d’Oro hanno offerto l’opportunità di riflettere su temi cruciali come il lavoro, l’unità nazionale e il ruolo del Sud nel progresso del Paese. «Dobbiamo essere fieri della nostra storia e consapevoli che il Sud è una risorsa strategica per il nostro futuro», ha concluso Tajani.

Il Premio Minatore d’Oro emerge così non solo come un simbolo di resilienza e coraggio, ma come un tributo universale a tutte le generazioni che, con il loro sacrificio, hanno costruito l’Italia che conosciamo oggi.