Almeno un terzo dei parlamentari non verserebbe quanto previsto dallo statuto: chi non è in regola decade da tutte le cariche interne. Per il fratello del presidente della Regione sfumerebbe così il ruolo di capogruppo al Senato
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Per Forza Italia il prossimo appuntamento con le Europee nasconde una doppia insidia. Quella politica che bisogna raggiungere la soglia di sbarramento del 4% a livello nazionale e quella economica. Le casse del partito più che azzurre sono rosse e registrano un debito monstre di 92 milioni di euro. Fin quando era in vita Berlusconi i soldi erano l’ultimo dei problemi. ora che il Fondatore è scomparso la vicenda agita molto il partito al punto da essere stata affrontata anche nell’ultima convention a Paestum.
A molti eletti si è ghiacciato il sangue ascoltando le parole di Paolo Berlusconi. Il fratello del Fondatore, in quell’occasione, ha chiarito quale sarà il ruolo della famiglia in Forza Italia. Nessun impegno diretto da parte dei Berlusconi, ma solo un sostegno economico nei limiti previsti dalla legge (la Spazzacorrotti di Alfonso Bonafede impone un finanziamento massimo a persona di 100 mila euro). Per il resto gli esponenti forzisti dovranno fare da sé, sulla base delle regole disciplinate dallo statuto del partito. Da qui l’appello di Paolo «mi aspetto e mi auguro che tutti i parlamentari di Forza Italia contribuiscano al sostentamento economico del loro partito, come già previsto e come ha sempre auspicato mio fratello Silvio».
Il problema è che da questo orecchio gli eletti non sembrano volerci sentire. Il Fatto Quotidiano scrive che quasi un terzo dei parlamentari non è in regola con i versamenti al partito. Il quotidiano fa riferimento ad una lista che circola in queste ore fra i forzisti. Nell’elenco ci sono molti big, come l’ex presidente del Senato e attuale Ministro delle Riforme, Maria Elisabetta Alberti Casellati, la vice capogruppo alla Camera, Deborah Bergamini e volti noti della politica calabrese. Uno dei morosi è anche l’architetto cosentino Mario Occhiuto, attuale senatore, fratello del presidente della Regione Calabria, Roberto, da tempo in predicato di prendere il posto da capogruppo per sostituire Licia Ronzulli.
Le ambizioni dell’architetto potrebbero naufragare proprio sulla questione dei conti. Antonio Tajani, ha fatto approvare una modifica allo Statuto che prevede che gli eletti che non pagano la quota mensile al partito decadranno da tutte le cariche interne al partito. Quella che è stata ribattezzata la “stretta sui morosi” di Forza Italia. Se Occhiuto non sana la sua posizione, quindi, è difficile che arriverà alla nomina di capogruppo. Ricordiamo che secondo le regole interne, i candidati in Parlamento devono al partito 10 mila euro per un seggio nel maggioritario e 30 nel proporzionale. A questi si aggiungono i 900 euro mensili una volta eletti alla Camera o al Senato per contribuire alle finanze del partito. Un conticino forse un po’ salato, ma è la politica bellezza. Il diretto interessato non smentisce la notizia: «Non ho pagato finora perché di solito si paga sempre all’ultimo prima di candidarsi - dice - comunque io non ho cariche di partito e mi sono candidato per la prima volta lo scorso anno in Senato. Non conosco bene i meccanismi e nessuno mi ha sollecitato questi pagamenti, ma ovviamente non ci sono problemi».