«Abbiamo sempre detto che noi non siamo in guerra con la Russia e quindi non manderemo soldati italiani a combattere in Ucraina». Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani,  a Reggio Calabria, in occasione della presentazione della candidatura alle Europee di Giusi Princi, rispondendo a una domanda dei giornalisti sulle dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron.

«Noi difendiamo - ha aggiunto Tajani - il diritto dell'Ucraina ad essere uno Stato indipendente. Ma non siamo, lo ribadisco, in guerra con la Russia. La nostra posizione è sempre questa. Non abbiamo mai cambiato idea. Noi difendiamo la libertà, l'indipendenza, ma stiamo lavorando per costruire la pace».

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«Sbaglia la Federazione russa ad attaccare l'Ucraina. Ha sbagliato e c'è una violazione del diritto internazionale - ha sottolineato il titolare della Farnesina - ma dobbiamo costruire la pace e per questo noi siamo tutti impegnati in questa direzione, come lo siamo in Medio Oriente. E come lo siamo nel Mar Rosso per difendere il traffico marittimo commerciale, visto che siamo un Paese esportatore. L'Italia, quindi, è protagonista della politica internazionale».

«Stamani - ha aggiunto Tajani - ho accolto il presidente dell'Albania, che in questi giorni è in visita in Calabria, e gli ho ribadito l'impegno dell'Italia per favorire l'ingresso nell'Unione Europea del suo Paese e di quelli dei Balcani occidentali».

«Essere in guerra è una cosa, aiutare l'Ucraina a difendersi è un'altra. E questi aiuti li abbiamo sempre mandati». Lo ha detto a Reggio Calabria il ministro dell'Esteri, Antonio Taiani, in merito alla decisione del governo di disporre un nuovo pacchetto di aiuti militari all'Ucraina entro il G7 in Puglia.

«Non c'è un impegno dei nostri militari - ha aggiunto Tajani - contro la Russia e non c'è mai stato. Aiutare l'Ucraina è un'altra cosa che essere in guerra».

Riguardo l'allarme lanciato dalla Nato sulle "azioni ibride della Russia" nei confronti dei Paesi dell'Alleanza atlantica, Tajani ha affermato: «Noi abbiamo sempre detto che dobbiamo proteggere tutte le nostre istituzioni, anche dal punto di vista della sicurezza cibernetica. Stiamo lavorando e siamo fortemente impegnati in questo senso come Ministero degli Esteri. L'Italia, chiaramente, difende la propria integrità anche in tutti i nostri siti. Continueremo a lavorare per impedire che ci siano azioni di disturbo da parte di Paesi che possono avviare attività ostili nei nostri confronti».