A nulla sono valse le rassicurazioni della Regione, domani i primi cittadini si incontreranno per valutare azioni da intraprendere
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Non è stato sufficientemente convincente il dipartimento Salute e Welfare quando, attraverso una nota, ha provato a rassicurare i sindaci della provincia di Catanzaro allarmati dai possibili effetti provocati dal rinnovo dell'air (accordo integrativo regionale) che prevede, nell'ambito di una complessiva riorganizzazione della sanità territoriale, anche il taglio delle ex guardie mediche.
All'indomani della notizia, i primi cittadini avevano infatti replicato annunciando battaglia - politica e giudiziaria - per scongiurare un ulteriore depauperamento dei servizi sanitari nelle aree interne già alle prese con un sistema assai deficitario. «Inadeguatezza dei mezzi di soccorso, con ambulanze spesso prive di medici a bordo» era stato il commento dei sindaci, a cui si aggiunge la chiusura d'ufficio delle postazioni di continuità assistenziale causata dalla carenza di medici.
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A nulla sembra essere servita la garanzia manifestata dalla Cittadella, per tentare di gettare acqua sul fuoco, «in Calabria non ci sarà alcuna riduzione delle ex guardie mediche» avevano scritto in una nota il dipartimento tutela della salute e servizi socio-sanitari, sindacati e struttura commissariale «senza che prima non verranno attivati i nuovi presidi e i nuovi strumenti di assistenza territoriale che andranno a sostituire gradualmente le strutture che attualmente si occupano di continuità assistenziale».
I sessanta sindaci hanno indetto per la giornata di domani un incontro per discutere eventuali azioni da intraprendere per evitare la chiusura delle ex guardie mediche.