VIDEO | Il consigliere Pd ha depositato un testo di modifica che prevede la riduzione del 50% delle spese di esercizio. In più, una legge per tornare alle cinque vecchie circoscrizioni elettorali
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Un taglio lineare del 50% alle spese di esercizio del mandato di Presidenti, Vicepresidenti, Assessori e Consiglieri regionali che passerebbero da sei mila euro a tremila. Ma anche la modifica della vigente legge elettorale con il ripristino nell’area centrale della Calabria dei collegi provinciali superati nella riforma del 2014. È la rivoluzione che ha in mente il consigliere regionale del Partito democratico Raffaele Mammoliti che nei giorni scorsi ha depositato a Palazzo Campanella due distinte proposte di legge che dovranno passare dall’esame della Prima Commissione Affari istituzionali e dalla Seconda Bilancio.
La modifica alle indennità
Per quanto riguarda le modifiche al trattamento indennitario degli eletti al Consiglio regionale, la modifica è diretta all’articolo 1 della legge n° 3 del 96 che, oggi, prevede un emolumento omnicomprensivo, inclusivo di indennità di carica, di funzione e spese per l'esercizio del mandato, nella misura massima prevista. Appare, tuttavia, più ragionevole per Mammoliti, ferme restando le indennità di carica e, quando dovute, quelle di funzione, che si riducano del 50% le spese per l’esercizio del mandato. Una linea che ricalcherebbe la strada intrapresa dell’Emilia Romagna, ma anche da altre regioni, dove le spese per l’esercizio del mandato non superano le tremila euro.
Vale la pena ricordare che con l’avvio della X legislatura - a novembre 2014 - il numero dei Consiglieri regionali è stato ridotto da 50 a 31, per effetto della modifica dell’articolo 15 dello Statuto. A partire dalla stessa legislatura l’istituto dell’assegno vitalizio è stato abolito, e sono state definite le indennità di funzione, l’indennità di carica e le spese per l’esercizio del mandato dei consiglieri e degli assessori regionali.
Pertanto dal 2013 i compensi del Presidente della Regione e del Presidente del Consiglio regionale ammontano a 13.800 euro; quelli del Vice Presidente della Giunta e del Consiglio regionale e Assessori a 13.100. Un Presidente di Commissione consiliare, un Segretario Questore e un Presidente di Gruppo consiliare porta a casa 12.600 euro, mentre un “semplice” consigliere regionale 11.100.
Con la modifica proposta i presidenti di Regione e Consiglio scenderebbero a 10.800 euro, vice presidenti e assessori a 10.100, presidenti di Commissione, segretari questori e presidenti di gruppo a 9.600 e i consiglieri regionali a 8.100 euro.
Nella proposta del consigliere dem i risparmi ottenuti verrebbero destinati all’implementazione del fondo per la concessione di borse di studio agli iscritti negli atenei calabresi, che vorrebbe anche rappresentare un segnale importante del Consiglio regionale nei confronti dei cittadini esposti, specialmente in questo periodo, a dover fare i conti con un aumento spropositato del costo della vita. D’altra parte la proposta di legge opera una diversa destinazione delle risorse senza alterare i limiti di spesa previsti e, dunque, non comporta nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale. Anzi, il risparmio calcolato su base annuale, dal taglio del 50% delle spese di esercizio del mandato sarebbe di oltre un milione di euro che verrebbe interamente reinvestito in borse di studio.
Almeno un consigliere per circoscrizione
Progetto ambizioso, quello di Mammoliti, che deve trovare alleati nei banchi della maggioranza. Anche per la seconda proposta che propone – con le modifiche e integrazioni alla Legge regionale 7 febbraio 2005, n. 1 (Norme per l’elezione del Presidente della Giunta regionale e del Consiglio regionale) - il ripristino nell’area centrale della Calabria dei collegi provinciali superati dalla riforma del 2014. Quando insieme alla riduzione del numero dei seggi il Consiglio regionale approvò anche l’abolizione dei collegi provinciali di Crotone e Vibo e la loro riunione nel collegio catanzarese. Con il testo di modifica proposto non solo verrebbero ripristinati i collegi provinciali, ma con l’articolo 2 concernente la rappresentanza di tutte le circoscrizioni si garantirebbe l’elezione di almeno un consigliere regionale per circoscrizione elettorale.
«Qualora in una delle circoscrizioni elettorali l’applicazione dei criteri di legge comporti il mancato rispetto di quanto previsto al comma 1 – si legge nel testo di modifica - in quella circoscrizione è attribuito il seggio al candidato con la maggiore cifra individuale della lista circoscrizionale più votata tra quelle ammesse al riparto. In caso di parità di voti tra più liste circoscrizionali il seggio è attribuito alla lista che partecipa al gruppo cui è stato attribuito il maggior numero di seggi in Consiglio. Il seggio così assegnato si sottrae all’ultimo attribuito al gruppo di liste cui la lista circoscrizionale più votata appartiene».