Tregua con la maggioranza sul ddl Calderoli. Dai dem arriva una bocciatura sulla Rete ospedaliera: «Da Occhiuto approccio scorretto, deve spiegare perché gli ospedali di montagna sono stati depotenziati»
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L’Autonomia differenziata resta al centro del dibattito politico del Consiglio regionale della Calabria e, anche in seno alla maggioranza, sembrano sorgere sempre più dubbi. Ieri era attesa una mozione da parte della minoranza durante il consiglio, ma poi non è stata discussa. «Per richiamare in aula un punto non inserito all’ordine del giorno, sarebbe stato necessario il voto dei 2/3 dei consiglieri. Il che, mancando il placet della maggioranza, avrebbe comportato la bocciatura della richiesta - spiega Mimmo Bevacqua -. È sembrato a tutti più costruttivo, quindi, prendere atto della dichiarazione fatta in Consiglio dal presidente Mancuso il quale ha annunciato la volontà di inserire all’ordine del giorno della prossima seduta una discussione nel merito».
La battaglia, pertanto, per il capogruppo del Partito Democratico a Palazzo Campanella è solo stata rinviata. «In quell’occasione - aggiunge - capiremo davvero chi difende la dignità e i diritti dei calabresi e chi invece rimane imprigionato nella propria casacca di appartenenza politica. Mi auguro che anche la forte presa di posizione da parte della Conferenza Episcopale calabrese, estremamente critica rispetto al Ddl Calderoli, faccia riflettere quanti si ostinano a difendere posizioni indifendibili».
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«Approccio non corretto di Occhiuto sulla Rete ospedaliera»
Bevacqua focalizza poi l’attenzione sul riordino della Rete ospedaliera. «Anche in questo caso - dice - soltanto per l’insistenza del gruppo del Pd è stato possibile arrivare ad avere un’informativa del Presidente e Commissario ad acta, dopo le sconcertanti dichiarazioni con le quali ha di fatto sconfessato l’operato del suo Ufficio. Il fatto, per esempio, che da Roma si richiedesse la riduzione delle strutture complesse in ragione dei pensionamenti anziché dei bisogni di salute, Occhiuto lo sapeva fin dall’inizio. Pertanto, delle due l’una: o Occhiuto si è personalmente sdoppiato in Presidente e Commissario e il Presidente non comunica con il Commissario; oppure si è finalmente reso conto che, come andiamo denunciando da tempo, il suo approccio alla materia non è corretto né nella forma né nella sostanza».
«L’informativa resa, peraltro, è da ritenersi del tutto insufficiente, elaborata in burocratese e priva della necessaria programmazione. Il Presidente, inoltre, continua a mostrarsi “british” nell’introduzione del dibattito per poi lasciarsi andare ad ogni sorta di improperi nei confronti della minoranza in sede di replica. Occhiuto avrebbe dovuto dire che ci troviamo davanti ad un piano che poco cambia rispetto a quello del commissario Scura del 2016; avrebbe dovuto dire con umiltà che si tratta di un piano non concertato e sprovvisto di un confronto con i territori e con i Sindaci interessati. A ben guardare - fa le pulci l’esponente democrat - si tratta di un piano anti-storico che non tiene conto dei cambiamenti avvenuti con la pandemia e con gli investimenti che ne sono scaturiti, i quali avrebbero dovuto migliorare diversi, a cominciare dal potenziamento dei posti in terapia intensiva e semi intensiva».
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Poi ancora: «Occhiuto non ci ha spiegato le ragioni per le quali gli ospedali di montagna e di zone disagiate sono stati depotenziati. Così come resta incomprensibile la scelta di chiudere la terapia intensiva infantile dell’ospedale di Cosenza dopo i notevoli investimenti sostenuti. Avrebbe poi dovuto rispondere alle giuste osservazioni sollevate dalla sua stessa maggioranza, in particolar modo dalla Lega, sulla rete ospedaliera gravitante sul lametino. Ci saremmo aspettati, infine, una sua posizione chiara sulla priorità di rafforzare la sanità pubblica, giacché in questi mesi abbiamo assistito a provvedimenti che hanno regolarizzato e standardizzato l’extra budget alle strutture private, concedendo in prospettiva, un maggior spazio di manovra al privato accreditato. Siamo, infatti, davanti a un sistema dove il privato viene sostenuto per il 90% da risorse pubbliche».
Bevacqua e il Partito Democratico chiedono pertanto ad Occhiuto «se davvero ha la volontà di salvaguardare il sistema sanitario pubblico e universalistico, di sostenere la nostra proposta di legge che prevede di attestare la spesa sanitaria nazionale al 7,5 % del PIL. È il tempo delle decisioni nette e dei fatti concreti, non delle parole eclatanti ma fumose, buone per le reti social ma non certo per la rete ospedaliera e per la tutela del diritto alla salute dei calabresi».
Lotta contro gli incendi, ordine del giorno a sorpresa
Durante l’ultimo Consiglio regionale, il Governatore ha chiesto l’inserimento nell’ordine del giorno della proposta di legge a firma dello stesso presidente e dell’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo, che prevede una variazione di bilancio per la lotta contro gli incendi. La giunta destinerà 2,5 milioni di euro rimodulando alcune voci di bilancio legate all’ambiente. In aula proteste vibranti dei democrat: «Abbiamo ancora una volta dovuto registrare, nostro malgrado, l’ennesimo provvedimento portato in aula all’ultimo momento, senza concertazione e senza dare ai consiglieri la possibilità di approfondire gli argomenti trattati».
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«Eppure - insiste Bevacqua - la prevenzione degli incendi, così come la tutela dell’ambiente, sono temi fondamentali per la Calabria. I droni, poi, sono l’ultimo dei problemi: se si vuole davvero affrontare la questione in maniera radicale e sistematica, bisogna cominciare dal ruolo di Calabria Verde e proseguire nel rivedere la legislazione regionale sul tema che langue da anni. Non solo. L’anno scorso, nonostante i droni e gli slogan di Occhiuto, gli ettari bruciati sono stati uguali o persino di più rispetto agli anni precedenti. La prevenzione e la cura non devono essere confuse con i controlli e le sanzioni. Altrimenti si punta soltanto a fare gli sceriffi per avere buoni video da postare sui social. Senza la presenza dell’uomo sui territori, diventa difficile garantire e tutelare i nostri boschi, e su questo siamo pronti a sfidare il presidente Occhiuto con le nostre proposte, con l’obiettivo di tutelare e garantire la presenza antropica nelle aree interne».
Città unica di Cosenza, Rende e Castrolibero
Dopo la conferenza tenuta lunedì scorso insieme al vicepresidente del Consiglio regionale Franco Iacucci e ai vertici della Federazione provinciale di Cosenza del Pd, sono arrivati gli apprezzamenti della maggioranza per la nuova posizione espressa sulla proposta di legge di fusione del capoluogo bruzio con Rende e Castrolibero. In particolare, ad esporsi in prima persona sono stati Pierluigi Caputo di Forza Italia e Luciana De Francesco di Frattelli d’Italia. Il Pd ha proposto una Costituente per giungere in maniera armoniosa alla città unica. «I processi innovatori e le sfide che ne scaturiscono, non devono determinare vincitori e vinti: il Partito Democratico è stato sempre in prima fila in queste battaglie riformiste e di buon senso. Noi abbiamo sempre contestato l’arroganza che il centrodestra ha imposto sul tema, attraverso il non coinvolgimento dei consigli comunali interessati».
«Nel merito, essendo stato protagonista della fusione molto più difficile e complessa di Corigliano Rossano, non potevo non guardare con attenzione a questa ulteriore sfida. Oggi – conclude Bevacqua - se il centrodestra condivide e plaude alla nostra disponibilità, lo fa anche perché ha capito che la presunzione, prima ancora che ingiustificata, è controproducente. Ecco, insieme al collega Iacucci e ai vertici cittadini e provinciali del partito, siamo lieti di registrare una matura condivisione sulla nostra idea di mettere in campo una costituente per l’area urbana della città unica».