VIDEO | L’ex sindaco di Messina e attuale primo cittadino di Taormina chiama a raccolta da Lamezia chi guarda con interesse al suo movimento autonomista: «Basta vittimismo, il Meridione prenda coscienza delle sue potenzialità»
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Il fortino elettorale è in Sicilia dove esprime otto deputati dell’Ars (Assemblea regionale siciliana), ma ha anche un deputato e un senatore a Roma. Adesso il movimento “Sud chiama Nord” vuole strutturarsi su tutto il territorio nazionale per avanzare un’offerta politica alternativa a quella dei partiti “romanocentrici”. Per questo Cateno De Luca, attuale sindaco di Taormina, una lunga esperienza alla guida di diversi comuni fra cui Messina, ieri è stato a Lamezia Terme per incontrare curiosi e simpatizzanti. «Abbiamo lanciato una campagna di adesione e organizzazione in tutte le regioni d’Italia - dice De Luca - Da anni ci sono tanti amici calabresi che ci seguono, oggi gli diamo la possibilità di portare in Calabria un modello di organizzazione che in Sicilia ci ha permesso di avere grandi risultati».
La sfida alla partitocrazia di Roma
Il modello si basa sull’orgoglio delle radici meridionali e una sfida aperta alla partitocrazia di Roma. Per De Luca il Sud deve ritrovare soprattutto il suo amor proprio e sfidare il Nord sul suo stesso piano, senza avere paura dell’autonomia differenziata. «Siamo dei meridionali che non ci approcciamo alla politica romana col cappello in mano - continua De Luca - Siamo una nuova generazione che si è saputa organizzare. Un nuovo Meridione che non ha paura dell’autonomia differenziata e conosce le sue potenzialità. Ogni territorio ha le sue peculiarità. Qui al Sud estraiamo e raffiniamo il 70% di petrolio e gas metano. Se la mettiamo sul piano di valorizzare le risorse, allora ne abbiamo davvero di importanti. Il punto però è cambiare mentalità, uscire dalla sindrome di sudditanza che ha pervaso la classe politica meridionale, i cui rappresentanti sono spesso ascari del territorio».
Il vero problema per il leader del movimento è soprattutto la legge elettorale attuale che produce un parlamento di eletti che devono rispondere a logiche e interessi che stanno fuori dai confini del proprio territorio. Serve invece creare una classe dirigente politica che abbia la schiena dritta e le idee chiare su come operare. Sotto questo aspetto De Luca è una garanzia visto che ha una grande competenza amministrativa, maturata in diverse esperienze da sindaco nella sua Sicilia. Ad esempio è stato lui a far uscire dal dissesto la città di Messina. Ulteriore riprova che anche a queste latitudini si possono avere esempi di buon governo.
La "ricetta" di Sud chiama Nord
Naturalmente la sfida è esportare al resto del Paese questa esperienza. Per questo Sud chiama Nord ha avviato una serie di contatti con tutti i movimenti autonomisti e tutte le forze slegate dalla partitocrazia. Non a caso al movimento guardano con certo interesse anche alcuni esponenti della Lega che si riconoscono nelle vecchie battaglie di Bossi e vedono di cattivo occhio la gestione Salvini. De Luca prova anche a parlare a un pezzo del Pd, convinto che i democratici stiano sul punto di implodere. Non è invece un mistero il dialogo avviato con Azione di Calenda con cui si pensa ad un ticket per le Europee.
In questo quadro il giudizio sul Governo non può che essere negativo. «La Meloni mi pare che abbia poche idee e pure confuse, come dimostrano una serie di provvedimenti contraddittori proprio sull’articolazione dello Stato. Da un lato c’è l’autonomia differenziata di Calderoli, dall'altra un accentramento di funzioni a Palazzo Chigi. Si vogliono, in sostanza, territorializzare i costi e accentrare i ricavi. Un meccanismo che vogliamo smontare. Naturalmente per farlo bisogna partire dalla legge elettorale che ha creato un parlamento di nominati utile solo al cerchio magico romano di tutti i partiti».
Le Europee potrebbero essere un crocevia per un rimescolamento profondo del quadro politico italiano, De Luca vuole farsi trovare pronto con un movimento a trazione meridionale ma con ambizioni nazionali.