Il leader della coalizione regionale di centrosinistra esprime parole di grande apprezzamento per il piano di investimenti annunciato dal Governo ma chiede massima attenzione su legalità ed efficienza
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«Il Piano Sud è una svolta, ma affinché non sia un’occasione sprecata bisogna vigilare sulla spesa dei finanziamenti, salvaguardando legalità ed efficienza».
È questo, in sintesi, il senso del messaggio che il neo consigliere regionale Pippo Callipo affida ad una lettera aperta indirizzata al premier Giuseppe Conte, oggi in Calabria per presentare il piano di investimenti Sud 2030.
Callipo, che è stato candidato alla presidenza della Regione con il sostegno del Pd, esprime apprezzamento per la visita di Conte, e rimarca la propria fiducia «nell’operato di questo governo», ma lancia l’allarme sui rischi che minacciano il nuovo piano di investimenti.
«È indubbio – afferma nella lettera aperta - che il Piano Sud 2030 che è stato presentato oggi a Gioia Tauro da Lei e dai ministri Lucia Azzolina e Giuseppe Provenzano rappresenti un’occasione unica che non può non destare speranza in chi crede in una Calabria nuova, libera dalla vecchia politica e dalle pastoie di quella parte malata di burocrazia che da anni definisco “mafia con la penna”. Si sta investendo moltissimo sui giovani, sull’inclusione, sull’innovazione, sull’occupazione femminile, sulle aree interne, sulle infrastrutture. Si stanno combattendo i luoghi comuni con i fatti. È insomma finalmente realtà un piano strutturale decennale basato su un investimento che il governo sta facendo per far rialzare il Paese attraverso il Mezzogiorno».
Dunque, dopo aver definito il programma «una vera e propria svolta», sollecita «un impegno altrettanto serio e concreto nella gestione dei fondi assegnati alla Calabria in termini di rispetto della legalità, di efficienza e di snellimento burocratico».
«Occorre da un lato vigilare sull’intero percorso degli investimenti – afferma Callipo - mantenendo dritta la barra della legalità, dall’altro garantire la piena efficienza e celerità delle procedure affinché tutto non rimanga imbrigliato in lentezze burocratiche, come quasi sempre è successo nella storia della Repubblica quando sono state stanziate misure straordinarie per il Mezzogiorno. In un Paese e in una Regione normale non ci sarebbe neanche bisogno di sottolineare queste esigenze, ma è inutile nascondere che non è normale la nostra situazione e che anzi viviamo in una condizione di emergenza sociale dovuta alla pervasività dei metodi criminali infiltratisi fin dentro il cuore delle articolazioni dello Stato».