Sono le note di “le freak” ad aprire il terzo appuntamento di Perfidia. Antonella Grippo in completo bianco e nero vuole esplorare lo sfacelo della politica, che non riesce più ad affermare il suo primato, passando dalla fragilità delle leadership internazionali alle macchiette di casa nostra. La bionda giornalista di Sapri mette subito in chiaro un elemento ormai evidente negli studi che ospitano il talk: quella politica capace di visione, di volume e di senso, di ridurre a sintesi le complessità, le contraddizioni ed i conflitti, non esiste più. «Ha smarrito il suo guizzo negoziale».

“Scarta fruscio e piglia premier” è il titolo scelto per sfruguliare il solito ricco parterre, costituito da Francesco Toscano (Democrazia Sovrana e Popolare), Antonello Talerico (Noi moderati) e Giuseppe Aieta (Associazione Visioni). In collegamento Skype lo scrittore e attore Moni Ovadia, il docente e scrittore Stefano Zecchi e la scrittrice Ginevra Bompiani. Nel corso della puntata anche il contributo dell'europarlamentare di Forza Italia Fulvio Martusciello.

Medioriente in fiamme, le responsabilità

Per Toscano, l’Occidente è palesemente agonizzante. «Pensiamo di avere il diritto di andare in giro per il mondo a massacrare gente e in nome di questa presunzione, palesemente neocoloniale, stiamo chiudendo gli occhi» per quello che non esita a definire «un vero e proprio genocidio». Con due certezze per lui: «L’antisemitismo in questa vicenda non c’entra nulla» e «Israele ha perso tutta la sua credibilità».

Aieta si ritrova sulla stessa linea di Toscano, ma vuole essere più gentile nei termini. Così prende a prestito una dichiarazione recente di Obama secondo cui il conflitto, anche se inizialmente si presta alla debolezza offerta sullo sfondo della shoah, va considerato nella sua complessità storica, che al secolo risponde alla famigerata “striscia di Gaza”, definito «lager a cielo aperto». Per lui c’è da registrare il fallimento della diplomazia internazionale, Onu in primis.

Bompiani ricorda le responsabilità di Netanyahu che «ha colto l’occasione di un attacco di Hamas per fare quello che voleva sempre fare, cioè distruggere e occupare Gaza. Sta fingendo di raccogliere un ago nel pagliaio e intanto ne approfitta per bruciare il pagliaio». Hamas da parte sua sapeva che ci sarebbero state pesanti conseguenze dopo l’attacco del 7 ottobre, e quindi secondo la scrittrice sia Netanyahu che Hamas si sono approfittati sulla pelle del loro proprio popolo per fare quello che volevano fare.
Talerico da parte sua vede un’Onu che ha perso i suoi obiettivi: «Ormai è un poltronificio» dice mentre i decibel dello scontro verbale aumentano. 

Per Ovadia l’accusa di antisemitismo è ridicola, e buona, per tappare la bocca a chi esprime le proprie opinioni. Ma l’attacco di Israele non lo convince, e «Netanyahu è un criminale di guerra».  Lo scontro tra Toscano e Aieta continua, e rispolvera vecchie ruggini sulle diverse opinioni espresse in passato anche sul Covid.

Sputtanellum quiz

Dopo le anticipazioni della scorsa puntata, Antonella Grippo, continua a fornire indizi sul primo protagonista – inquilino lo chiama la conduttrice - della nuova rubrica “Sputtanellum quiz”. «Un senatore di Fratelli d’Italia che non intrattiene rapporti molto garbati con Perfidia». Indizi che portano dritto a Ernesto Rapani. Ma non finisce qui perché la giornalista di Sapri offre nuovi spunti per un nuovo protagonista: lui è un giovanotto dello Stretto – non è Peppe Scopelliti – ha avuto una vicenda tormentata ne è uscito alla grande ed è tornato a cavallo e quando è tornato sembra uno statista di quelli molto fini. Pare sia arrivato Churchill: critica il suo partito, dà indicazioni, bacchetta, mortifica, un po' presuntuosetto, detta la linea inutilmente perché il suo partito non lo ascolta». Chi sarà mai? Lo sapremo la prossima settimana.

La riforma costituzionale

Per Aieta, stuzzicato puntualmente dalla Grippo, la «sinistra che non frequenta più i luoghi dell’elaborazione del pensiero, esprime posizioni vacue». Bompiani non va per il sottile e sentenzia: «La Costituzione è antifascista, a loro non riguarda, non gli assomiglia e la detestano». Per ciò che riguarda il premierato, la scrittrice lo definisce «terribile, perché non vedo nessuno in Italia a cui dare tutti questi poteri».

Il discorso scivola sui governi Monti e Draghi, apprezzati da Aieta e scaricati da Toscano e Talerico. Sul rebus politica, si inserisce anche il professore Stefano Zecchi, secondo cui la politica oggi deve avere l’onestà di procedere e amministrare nel modo migliore secondo delle linee che si danno i partiti. «Noi enfatizziamo la politica perché non abbiamo altro da enfatizzare, ma è noiosissima». L’impressione sulla riforma costituzionale di Giorgia Meloni è che siamo davanti a tempi diversi dalla redazione della Carta. «Il problema di una revisione c’è sempre. La Seconda Repubblica ha messo nella scheda il nome del leader, quindi secondo me cambia poco». 

Per Talerico per modificare la Costituzione ci vorrebbe una classe dirigente alta: «abbiamo interventi legislativi che servono a mantenere il potere. Spesso questo potere si concentra in determinate zone d’Italia, come la stessa autonomia differenziata di Calderoli che però è già un fallimento. È anche vero che le riforme che vengono adottate hanno peggiorato la qualità della vita e spaccato l’Italia in più regioni e questo si misura dal fatto che le forze che compongono la medesima coalizione sono in conflitto tra loro».

Le perfidie di Martusciello

Il contributo esterno viene da una breve intervista all’eurodeputato azzurro Martusciello, che non rinuncia a due perfidie nei confronti degli alleati: «La lega al Sud purtroppo ha dimostrato di cedere. Partita bene nel 2018 oggi arretra a favore di Forza Italia. Alla Lega dico che qui al sud ci siamo noi a rappresentare l’elettorato. A Fratelli d’Italia dico che abbiamo classi dirigenti, senatori e deputati all’altezza delle sfide e non temiamo nulla. In Campania abbiamo dimostrato di confermare la leadership e lo faremo anche in Basilicata».

Talerico, Aieta e dintorni 

Grippo ne approfitta per chiedere a Talerico se rimarrà in Consiglio regionale, e lui non si sottrae alla sua maniera: «Se applicano il diritto si. Ho vinto otto cause su otto, la mia avversaria va dicendo che ha già vinto in Cassazione, ma non è uscito ancora nessun provvedimento e non so come possa dirlo, ma se lo sa magari ci dirà come fa a saperlo». Il tutto in ogni caso arriverà a conclusione il 14 novembre.

Nella discussione si parla dell’escalation criminale a Cetraro con l’ultimo omicidio che ha messo fine alla vita di un 46enne. Aieta coglie la palla al balzo per togliersi più di un sassolino, quando afferma che il fenomeno è cresciuto dal momento in cui «si è perso tempo ad inseguire gli amministratori locali sul Tirreno cosentino e non si è provveduto a seguire la microcriminalità che oggi è arrivata a sperare».

Ma non solo, perché ad Aieta, che ha sposato la causa di Carlo Calenda, dà fastidio anche che Azione in Calabria è spostata a destra: «Vorrei che Azione facesse un’azione politica e che battesse un colpo sulla propria esistenza». Talerico lo invita in Noi moderati, ma alla fine sull’inginocchiatoio di Antonella Grippo ci finisce lui.

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