A sorpresa ma non troppo alla fine le primarie aperte hanno ribaltato la decisione dei tesserati. Sarà Elly Schlein la prima segretaria donna del Pd.

Un esito che rappresenta una rivoluzione copernicana per i dem. Innanzitutto perché la Schlein ha soli 37 anni, poi perché fa parte della generazione “Z” del Pd: tutta la sua carriera politica l’ha giocata in questo partito, a differenza delle vecchie classi dirigenti che avevano alle spalle una militanza, più o meno lunga, nella vecchia Dc o nel vecchio Pci. Tutto questo porta facilmente a dire che il Pd è finito. O almeno è finito il partito così come l’abbiamo conosciuto dalla sua fondazione ad oggi.

Evidentemente la vecchia nomenklatura del partito non ha saputo interpretare la realtà. Aveva bollato la mozione della Schlein come radicale e minoritaria ed invece è quella che è riuscita a penetrare maggiormente nell’elettorato, al contrario di Bonaccini che è sembrato troppo simile ai vecchi dirigenti di partito. Invece era abbastanza evidente che il Pd, se vuole riaffermarsi, deve abbandonare gli effetti del governismo e proporre una visione della società diametralmente opposta a quella del centrodestra. E il segnale arrivato dai gazebo è stato chiarissimo.

A proposito di Bonaccini, il Governatore dell’Emilia Romagna ha vinto soprattutto al Sud, in particolare in Calabria. Il dato definitivo dice che quest’ultimo ha ottenuto il 65% nella nostra regione, una delle poche dove ha prevalso. Un risultato certamente importante, ma che va analizzato nelle sue pieghe. Si perché in Calabria nel Pd si è consumato una sorta di equivoco. Il gruppo dirigente ha agitato il feticcio dell’unità e ha sostenuto in massa Bonaccini. Ma la questione dell’unità è poco compatibile con un congresso. La scelta unanime di Nicola Irto come segretario aveva un senso politico perché partiva da un progetto politico condiviso. Dopo la cocente sconfitta delle Politiche si sarebbe dovuta aprire una discussione, possibilmente plurale, sulle cause di quella situazione e individuare i migliori strumenti per venirne fuori. Il gruppo dirigente, nel corso di un pranzo, invece ha deciso di restare compatto annullando di fatto il dibattito, almeno in Calabria.

La sensazione che è venuta fuori, quindi, è stata quella di una sorta di operazione di potere come dimostra anche l’andamento del voto che è stato verticale. Nelle zone dove erano presenti i notabili del partito Bonaccini ha sbancato, lasciando alla Schlein davvero le briciole. Segno che non si è trattata di una discussione vera. Così come incuriosiscono alcuni dati che arrivano da alcuni comuni dove i voti venuti fuori sono di molto superiori a quelli che ha avuto il Pd alle ultime politiche. Ad esempio a Luzzi Bonaccini ha ottenuto 912 voti, la Schlein 81 e ci sono state anche una scheda bianca e una nulla. Possibile che in un paese di 8000 abitanti ci siano tanti simpatizzanti del centrosinistra? E dov’erano quando si è votato alle regionali e alle politiche?

Polemiche di poco conto, visto che il dato si è ormai consolidato. Quindi il vero tema diventa cosa succederà ora nell’organizzazione del partito, come comporrà la sua segreteria la Schlein. Difficile dirlo oggi visto che lei è una movimentista, poco incline alle burocrazie di partito. Potrebbe dunque succedere di tutto. A caldo la segretaria ha detto che «il popolo democratico è vivo ed è pronto a rialzarsi, è un mandato chiaro a cambiare davvero volti, metodi e visione». Una frase che in un solo colpo ha spazzato via tutta la vecchia nomenklatura. C’è chi si aspetta quindi un alto tasso di donne e quarantenni. Pochi, pochissimi i papabili calabresi.

Il Corsera ha indicato nel deputato calabrese Nico Stumpo uno che avrà un ruolo visto che il deputato di Articolo 1 ha un lungo percorso politico, a sinistra della sinistra rivendicato anche dalla segretaria. Oltre a lui, è difficile che ci siano altri rappresentanti calabresi. Un altro pezzo importante della compagine che ha sostenuto la Schlein è quello delle Sardine. Quindi in molti pronosticano che un ruolo potrebbe spettare anche a Jasmine Cristallo. Fra le outsider non va dimenticata poi Anna Falcone, donna, poco più che quarantenne. La responsabile di Primavera della Calabria, già fra i protagonisti in Calabria dell’avventura elettorale di De Magistris è pronta. Vedremo come agirà la nuova segretaria. Intanto tutto il Paese può godere di questo risultato. In Italia abbiamo una donna primo presidente della Cassazione, un’altra Premier e una terza segretario del maggior partito di opposizione.