Il presidente della Repubblica ha parlato del terribile naufragio di Cutro all'Università della Basilicata: «Di fronte a questo drammatico evento ora ci aspettiamo risposte vere» (ASCOLTA L'AUDIO)
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«Di fronte all'evento drammatico avvenuto sulle coste calabresi il cordoglio deve tradursi in scelte concrete, operative, da parte di tutti, dell'Italia e della Ue, perché questa è la risposta vera». È questo il monito del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, intervenendo all'inaugurazione dell'anno accademico dell'università di Potenza ha parlato nuovamente della strage di migranti a Cutro. «Fare presto è un elemento essenziale in qualunque dimensione nel nostro Paese. Fare presto oggi è un elemento essenziale di richiamo perché i ritmi della vita cambiano velocemente, sempre più velocemente, e le risposte devono essere tempestive altrimenti giungono in ritardo inutilmente» - ha detto ancora il presidente della Repubblica.
«L'unicità del genere umano - ha detto poi il Capo dello Stato - ricorda il valore della indivisibilità dei diritti umani e della libertà. In qualunque comunità la libertà non è effettiva se non è appannaggio di tutti e il mondo intero è ormai sempre più una comunità raccolta, con ormai nessuna distanza effettiva, interconnessa, dentro la quale la mancanza di libertà colpisce tutti, ovunque. Questo richiamo è per noi particolarmente avvertito in questi giorni. A non molta distanza da qui, sulle coste di Calabria, giorni fa si è verificato un evento tragico, che ha coinvolto interamente la commozione del nostro Paese».
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Riferendosi alle origini di molti dei migranti vittime del terribile naufragio Mattarella ha ricordato che «i profughi afghani hanno fatto tornare innanzi tutto in mente quanto quasi due anni fa il nostro Paese ha fatto nel momento in cui i Talebani occupavano Kabul, per portare in Italia non soltanto i nostri militari lì in missione, ma tutti i cittadini afghani che avevano collaborato con la nostra missione. Non ne abbiamo lasciato nessuno, li abbiamo tutti accolti qui in Italia. Questo - ha detto Mattarella - ci fa tornare alla mente le immagini televisive della grande folla di afghani all'aeroporto di Kabul che imploravano un passaggio in aereo per recarsi altrove, ci fa quindi comprendere il perché intere famiglie, persone che non vedono futuro, cercano di lasciare con sofferenza, come sempre avviene, la propria terra, per cercare un avvenire altrove, per avere possibilità di un futuro altrove».
Mattarella ha poi affermato: «Vorrei ringraziare molto» Pegah Moshir Pour, iraniana, attivista per i diritti umani e digitali. «La sua presenza stessa, le parole che ha pronunziato, sono un forte richiamo ai diritti umani, alla libertà. Anzi tutto pensando al Paese da cui è venuta qui, di grandi tradizioni storiche e culturali di grande civiltà, che vede un regime che soffoca i propri figli ed è questa l'antitesi all'enunciazione dei diritti umani e della libertà».
Il Capo dello Stato nei giorni scorsi è stato a Crotone dove ha fatto prima visita ai migranti feriti ricoverati in ospedale, poi ha omaggiato le vittime alla camera ardente.
Intanto dopo quella di Crotone, anche la Procura di Roma ha aperto un'inchiesta dopo l'esposto presentato da alcuni parlamentari.