L’ex presidente della Camera sarà oggi in Calabria: «Il ministro dell’Interno riferirà in Parlamento, dovrebbe farlo anche Salvini». Sui temi politici: «Ora con Schlein c’è maggiore sintonia tra Pd e Movimento». E annuncia le barricate contro l’autonomia differenziata: «Causerebbe una frattura nel Paese difficilmente sanabile» (ASCOLTA L'AUDIO)
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Roberto Fico arriva in Calabria in uno dei momenti più drammatici della nostra regione. L’ex Presidente della Camera è atteso inizialmente a Cosenza per discutere di quell’autonomia differenziata rinfacciata al Governatore Roberto Occhiuto dalle opposizioni. Ma la strage di Cutro occupa le prime pagine e riempie di angoscia gli animi dei calabresi. Un cartello recitava «Se la nostra spiaggia non accolto i vostri figli per la vita, ma per la morte: perdonateci”. La firma in calce era di “donne e madri di Steccato di Cutro (Kr)».
La tragedia di Cutro ha scosso l’opinione pubblica. Il M5S chiede le dimissioni di Piantedosi al pari delle altre forze di opposizione. Ascoltando le dichiarazioni del ministro, cosa ha pensato Roberto Fico?
«Quella di Cutro è stata una tragedia immane che interroga le nostre coscienze e che impone alla politica una doverosa riflessione. Ho trovato le parole del ministro inopportune (“La disperazione non giustifica viaggi che mettono in pericolo i figli”, ndr), non degne per chi ricopre il suo incarico».
Qualcuno ha sbagliato. Ed è abbastanza chiaro a tutti. Corriamo il rischio che anche questa vicenda finisca nel novero dei gialli inestricabili, e dei grandi misteri italiani, a causa dei coinvolgimenti multilivellari e intergovernativi? E potremmo tollerarlo di fronte a quelle bare bianche del PalaMilone?
«Va sicuramente ricostruito quanto accaduto. È doveroso che gli organi competenti facciano chiarezza. Il ministro Piantedosi riferirà alle Camere la prossima settimana. Ed è doveroso faccia lo stesso il ministro Salvini. Mi permetta però di ringraziare il presidente Mattarella che ha reso omaggio alle vittime del naufragio portando la vicinanza dello Stato e di tutta la comunità nazionale. Un gesto di profonda umanità e molto significativo».
Questa vicenda ha (ri)portato dallo stesso lato della barricata il M5s e il Pd. Il nuovo corso dei democrat ha il volto di Elly Schlein. All’orizzonte vede una sinergia tra le parti su temi comuni come diritti civili, lavoro, migranti e ambiente che sfoci poi in una solida alleanza elettorale?
«Elly Schlein ha senz’altro posto al centro dell’attenzione temi su cui da tempo il Movimento lavora assiduamente. Sono dell’idea che il dialogo tra due forze politiche debba partire proprio dal confronto su tematiche e obiettivi comuni. Il M5S ha focalizzato il suo programma sulla lotta alle diseguaglianze, sulla transizione ecologica, sulla dignità del lavoro e la lotta all’illegalità. Vedremo come si posizionerà il Pd e faremo le nostre valutazioni. A Napoli - dove il Movimento amministra insieme al Pd al fianco del sindaco Manfredi - sono stati proprio la visione di città e gli obiettivi comuni che hanno permesso prima il confronto e poi l’intesa».
Conte e Speranza sono indagati in Lombardia per la mancata zona rossa in Val Seriana, Alzano Lombardo e Nembro. Le accuse sono gravi, la posizione del Movimento qual è?
«Il nostro è stato il primo Paese europeo colpito dalla pandemia. E credo che in una fase così difficile e delicata come quella vissuta dall’Italia le istituzioni abbiano fatto il possibile per gestire l’emergenza. Ho fiducia nell’operato del governo così come ho fiducia nel lavoro della magistratura. Come lo stesso presidente Conte d’altronde».
Il suo tour politico tocca la Calabria. Oggi partirà da Cosenza, unica città della regione dove il M5s è rappresentato in giunta. I portavoce/parlamentari calabresi del M5s hanno definito l’autonomia differenziata una secessione camuffata. A chi, da sud, la difende o ne smorza le implicazioni cosa risponde?
«Il rischio di questa riforma è dividere il Paese. Potrebbe avere ricadute negative sul Meridione, cosa che dobbiamo assolutamente scongiurare. L’obiettivo deve essere la coesione del Paese, la valorizzazione del Sud che ha un enorme potenziale da esprimere e non il suo depotenziamento. I gap vanno colmati, non certo ampliati».
La tanto criticata “spesa storica” è la fotografia di 162 anni di disuguaglianze tra nord e sud?
«Senza alcun dubbio, fotografa un passato in cui il Meridione è stato penalizzato. La lotta alle diseguaglianze sociali e territoriali dovrebbe essere la priorità per ogni forza politica. Occorre fare di più per permettere alle nostre regioni del Sud di esprimere tutto il proprio potenziale. Molto è stato fatto, ma non è stato sufficiente per colmare i gap esistenti. Per questo l’autonomia fatta in questo modo è dannosa. Sono tra l’altro convinto che il Sud sia la maggiore opportunità di crescita per tutto il Paese. Un Sud che cresce porta tutta l’Italia a crescere».
Qual è la via maestra di Fico sull’autonomia?
«Bloccare questo disegno di legge che sarebbe l’anticamera di una frattura sociale difficilmente sanabile. Siamo pronti a mobilitarci per questo».