Secondo il movimento, di cui fa parte anche l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, la decisione «è priva di qualsiasi giustificazione e denota come chi oggi è alla guida della Calabria non ha alcuno scrupolo nel perseguire interessi personali e particolari»
Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
«Chiediamo alla presidente Santelli non delle giustificazioni, non vogliamo sentirle nemmeno, ma una immediata marcia indietro: che convochi subito la conferenza permanente delle Politiche sociali, che secondo obbligo di legge è costituita dalla Consulta delle autonomie locali composta dai sindaci dei comuni capofila di ambito e dalla consulta del Terzo Settore della Calabria e che è soggetto deputato secondo la L. 328/2000 e la L.R. 23/2003 alla fase di concertazione».
Così il comitato 11 giugno, del quale fa parte anche l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, commenta l’approvazione di un ordine del giorno da parte della Giunta per sospendere il regolamento regionale n.22 del 2019 che di fatto avrebbe portato all’attuazione della legge nazionale di riforma del settore delle Politiche sociali, in attesa di applicazione da venti anni.
«Non abbiamo parole - incalza il comitato - per classificare l’azione senza scrupoli attuata dalla maggioranza neo insediatasi nella massima assise regionale. Ciò che è accaduto nel corso della prima seduta del Consiglio regionale della Calabria è di una gravità inaudita: con un blitz tipico dei politicanti navigati, nascondendosi dietro la scusa dell’emergenza che sta falcidiando tante vite umane, è stata affossata nuovamente la Riforma del Welfare in Calabria. Una Riforma che i calabresi attendono a partire dalla Legge 328 del 2000, dunque, da ben venti anni».
«Nel corso di questi anni centinaia di realtà sociali, di operatrici, operatori, volontari hanno continuato con grande sacrificio a farsi carico delle fragilità dei calabresi, a prendersi cura di ex tossicodipendenti, anziani, disabili, malati gravi, donne vittime di violenza, persone che non hanno una casa, persone povere e migranti – si legge ancora nella nota - lo hanno fatto anteponendo l’interesse di tutti all’interesse particolare. Esattamente il contrario di quanto fatto dai consiglieri del centrodestra calabrese che, invece, hanno evidentemente anteposto i loro piccoli e meschini interessi di parte all’interesse collettivo, alla sicurezza del benessere dei calabresi».
«La sospensione del regolamento è priva di qualsiasi giustificazione e denota come chi oggi è alla guida della Calabria, purtroppo, non ha alcuno scrupolo nel perseguire interessi personali e particolari ed è pronto a calpestare la vita delle persone. Probabile che in queste settimane in cui tutti stiamo derogando ai nostri diritti di libertà individuale a beneficio dei diritti della collettività, qualcuno si sia sentito autorizzato a derogare oltre che alla legge anche alle più elementari regole di buon senso. Bene – chiosa il Comitato - sappiano lor signori che non siamo disposti in alcun modo ad accettare oltremodo quella che si configura come una palese violazione dei diritti delle persone più fragili».