Dipartimenti “sospesi” e interim pesanti, avvisi pubblicati salvo poi planare nell'oblio. Dal Turismo alla Transizione digitale, tutti fermi e (s)contenti
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«Una rovina». Parafrasare "gola profonda" in fasce protette non è sdoganabile di questi tempi. Ma la "voce" dal ventre dalla sanità di Palazzo resta autentica quanto anonima in Cittadella. Il dipartimento soffre, giura chi se ne intende. Soprattutto se vale quanto dovrebbe pesare in termini di interlocuzioni con le "penisole" semi autonome e sostanzialmente incontrollabili di Reggio e Cosenza. «Chi c'è dà il massimo ma manca un riferimento certo» chiude l'interlocutore. Che però qui sbaglia.
Il riferimento c'è e risponde al nome di Tommaso Calabrò, agronomo di prestigio che ad interim regna contemporaneamente sul dipartimento Sanità e su quello della Transizione digitale. Imponenti i due ambiti ma anche i due retaggi politici di riferimento e a cui dar conto. Pietropaolo da un lato, quindi Wanda Ferro. E Roberto Occhiuto dall'altro con l'aggiunta di coperture reggine (non banali) che Calabrò si porta da casa. Eccome se se le porta da casa. Interim da "compromesso storico" ma non d'altri tempi, verrebbe da dire. I maligni lo fotografano invece al ribasso perché malgrado la sostenibilità professionale di Calabrò si colgono, di fatto, due scoperture con un colpo solo.
Soffre il dipartimento Sanità ma anche, di conseguenza, quello sotto l'egida di Pietropaolo. E nel mentre poco si comprende e si giustifica la mancata individuazione di un dg che si occupi solo di salute ecco la mancata proroga dei contratti alla dirigenza cosiddetta esterna, chiamata tre anni fa a ruoli importanti. Altri "fenomeni" emiliani in arrivo? Da qui alla eventuale mortificazione a carico del valore dimostrato dai conterranei sarebbe e sarà un attimo. Formula non inedita questa peraltro. E chissà se c'è un nesso tra questo "clima" e l'ultimo interlocutorio Tavolo interministeriale sulla sanità di Calabria che si è disvelato giovedì.
Al netto delle più classiche delle bocche cucite e delle iperboli di circostanza, alcuni retroscena raccontano di una riunione piuttosto cruda, sia pur animata da spirito collaborativo. Con la netta evidenza di più ombre che luci, più criticità che prospettive. Tra qualche mese una reunion più risolutiva. Ma guai a far di sanità l'unico alibi delle paturnie in Cittadella.
Restano sospesi e nella terra di mezzo altri ambiti, sia pure con regolari avvisi pubblicati e graduatorie. Manca il direttore generale al Turismo, tanto per dire. E così pure la nomina del responsabile o comunque dirigente della Uoa Turismo. C'è in ballo il dipartimento Cultura e istruzione attualmente retto da Maria Francesca Gatto, griffe non di primo pelo. Tutti avvisi che sono rimasti nel limbo, lettera morta. Avvisi che potrebbero e dovrebbero consegnare novità e clima nuovo. Ma tant'è. Si resta come si è, con quello che si ha. In attesa di un prossimo giro che può essere sempre dietro l'angolo.