La partita si chiuderà entro una settimana. Guerra in Fi tra Ronzulli e Tajani. Fratelli d’Italia tiene le carte coperte. E Salvini potrebbe ripescare Saccomanno
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Le ultime 40 tessere del puzzle dovrebbero incastrarsi nei prossimi giorni, al massimo «entro una settimana», come ha spiegato ieri Giovambattista Fazzolari.
Su una di quelle tessere ci sarà scritto proprio il nome dell’ideologo di Fratelli d’Italia, prossimo sottosegretario all’Attuazione del programma. L’altro punto fermo, tra i meloniani, è il ruolo di Alfredo Mantovano. Che, oltre al sottosegretariato alla Presidenza del Consiglio, avrà pure la delega ai Servizi segreti.
Per il resto, nel centrodestra è ancora bagarre. Una situazione di caos che riguarda da vicino anche la Calabria. Non è infatti ancora chiaro se il puzzle finale includerà anche uno degli eletti in questa regione.
Ieri, nel suo discorso in Senato, Silvio Berlusconi ha recitato la parte del padre nobile del centrodestra. Un modo per siglare una tregua con Giorgia Meloni nei giorni decisivi per la scelta di viceministri, sottosegretari e presidenti di commissioni. Lo schema di massima, almeno per i dicasteri, sarebbe già stato definito: cinque viceministri (due Fdi, due Fi e uno Lega) e il resto sottosegretari.
Polveriera Fi
Il problema è che il partito di Berlusconi, in cerca di compensazioni dopo i veti sui ministeri, è una polveriera. Fi, questo l’accordo, dovrebbe indicare in tutto tra i sette e i nove sottosegretari, ma le due fazioni azzurre, guidate da Licia Ronzulli e Antonio Tajani, sono impegnate in una lotta cruenta e dagli esiti imprevedibili.
A recitare un ruolo da co-protagonista è, ancora una volta, il governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, uno dei due sherpa berlusconiani – l’altro è Sestino Giacomoni – che stanno gestendo le trattative con l’uomo-macchina di Fdi, il neo ministro Francesco Lollobrigida.
Peraltro Occhiuto, secondo quanto riporta Il Giornale, il quotidiano della famiglia Berlusconi, «chiede un posto per Matilde Siracusano», compagna e madre del suo terzogenito.
Quanto a Berlusconi – oltre che su Paolo Barelli (viceministro all’Interno), Francesco Paolo Sisto (Giustizia), Valentino Valentini (Mise) e Alberto Barachini (Editoria) –, punterebbe anche sul coordinatore calabrese, Giuseppe Mangialavori, già proposto come ministro per il Sud.
Carte coperte in Fdi
I meloniani, per ora, tengono coperte quasi tutte le loro carte. Tra i pochi nomi che circolano (Maurizio Leo, Alessio Butti, Edmondo Cirielli, Augusta Montaruli) non figura alcun calabrese. Fonti romane di Fdi assicurano però che la commissaria regionale, Wanda Ferro, non sarebbe ancora fuori dai giochi.
I piani di Salvini
Non ci sarebbero calabresi nemmeno nella lista di Salvini, malgrado nei giorni scorsi fosse trapelato il nome di Giacomo Saccomanno, responsabile regionale della Lega e primo dei non eletti alla Camera. Di sicuro il vicepremier chiede spazi, tra gli altri, per Nicola Molteni (viceministro, forse Interno), Federico Freni (Mef), Edoardo Rixi (Infrastrutture), Lucia Borgonzoni (Cultura) e Vannia Gava (Ambiente).
Non è tuttavia detto che alla fine non salti fuori pure un calabrese. Tra i papabili, oltre a Saccomanno, ci sarebbero la senatrice Tilde Minasi e la deputata Simona Loizzo.
Ormai manca poco, ma completare tutto il puzzle non sarà facilissimo.