Che quella sulla nomina dei sottosegretari fosse stata una battaglia all’ultimo sangue si sapeva. Anche per questo il premier Giuseppe Conte ha preteso e ottenuto che venisse chiusa in fretta. Tra i più delusi per la mancata nomina c’è la parlamentare tropeana dei 5s Dalila Nesci, che ha ammesso senza «infingimenti» di esserci rimasta male. Anzi, malissimo

La delusione 

«In questa difficile alchimia con il Pd – scrive sul suo profilo facebook la deputata di Tropea - ho pensato che la mia figura politica poteva essere “utile” in questo Governo da veterana del M5S eletta in Calabria (in cui siamo primo partito), con tante battaglie coraggiose alle spalle su temi scottanti come la sanità. Non lo dico perché la Calabria debba per principio o per questioni territoriali essere considerata più di altre. Lo dico, partendo da un dato di fatto: il precedente Governo Conte, per la gravità della situazione, ha addirittura convertito in legge un decreto denominato “Calabria”». Un decreto che, a detta della Nesci, «però è rimasto lettera morta come non ho avuto timore di denunciare e dove la gestione della Sanità Calabrese è ancora totalmente allo sbando. Quando non sono chiari gli input politici, è così! E tutti si accomodano e fanno il minimo indispensabile, il più delle volte aggravano la situazione».

La nomina di Speranza al ministero della Salute

Una critica neanche troppo velata al precedente governo, di cui il M5S era comunque pezzo fondamentale.
La deputata grillina si sbilancia sulla nomina di Roberto Speranza al ministero della Salute che, secondo sostiene la Nesci, «si è dimostrato da subito attento e sensibile alla “questione calabrese”, spero di incontrarlo presto per capire le linee di intervento che intenderà adottare a riguardo. L’ennesimo scioglimento per mafia di un’Azienda Sanitaria Provinciale, questa volta quella di Catanzaro, ci ribadisce sì il bisogno di legalità, ma alla legalità bisogna dare sostanza con la giustizia sociale altrimenti lo Stato perde di credibilità e si creano lacerazioni nelle comunità. Lo Stato –lo sottolineo- è fatto di Istituzioni e cittadini, quindi di uomini e donne. Sono e saranno sempre le persone a fare la differenza in ogni contesto».
Nel sottolineare come il cambio di governo comporterà il cambio di «molti equilibri politici interni ed esterni», la deputata tropeana promette di dare «il massimo e da questa legge di bilancio bisognerà dare riprova che il Governo Conte 2 è nato per fare gli interessi dell’Italia e di chi è più in difficoltà».