Il caso

«Sono fascista»: bufera sulla frase del sindaco di Colosimi in Consiglio. L’opposizione scrive al prefetto ma lui si difende: «Ero ironico»

Scoppia la polemica alla seduta di insediamento della nuova Assise comunale. Il primo cittadino Giovanni Lucia, appena rieletto, chiarisce: «Era soltanto una boutade, in risposta ad alcune dichiarazioni della minoranza. Per me parlano i fatti, il mio vice ha la tessera di Rifondazione Comunista»

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di Emilia Canonaco
3 luglio 2024
17:43

«Caro Oreste ti ricordo che alle prossime elezioni politiche sarò candidato». Qualche anno prima, il parroco di Colosimi don Pietro Cricelli aveva bussato alla segreteria di Riccardo Misasi per chiedere al potente uomo di governo democristiano di aiutare un povero cristo del suo paese: escavatorista di professione - dopo l’incidente che gli era costato la perdita di un occhio - Oreste Lucia non sapeva più a che santo votarsi. Per fortuna, dove non erano riuscite le preghiere, poté la politica: il ministro della Pubblica istruzione lo fece assumere come guardiano della palestra di una scuola di Cotronei. Da allora, le cartoline elettorali presero ad arrivare con una certa regolarità.

«Sono in debito con Riccardo Misasi e fino a quando si candida il mio voto è per lui». Giovanni Lucia era ancora un bambino, ma le parole di suo padre Oreste le ricorda bene: «I miei genitori hanno sempre votato per la Democrazia cristiana, io però non mi sono mai iscritto ad alcun partito e l’unica tessera che ho in tasca è quella di allenatore di calcio».


“Dobbiamo salvare il paese”. È il 2019 quando Antonio Maletta - che i compagni di Rifondazione comunista chiamano Lello - gli propone di candidarsi a sindaco di Colosimi. «Accettai - ricorda Giovanni Lucia - a patto che lui fosse il mio vice. Non era stata presentata una seconda lista, e così riuscimmo a sfiorare il cento percento dei consensi. Il nostro lavoro è stato apprezzato e quest’anno siamo stati riconfermati con quasi duecento voti di scarto».

«Grazie a tutti per questa meravigliosa battaglia. Auguriamo un sincero in bocca al lupo alla nuova amministrazione comunale. Viva la Colosimi libera, democratica e antifascista». Francesco Palermo - figlio di Angelo, responsabile finanziario dello stesso Comune - pubblica un post su facebook e incassa la sconfitta.

Il sindaco rieletto Giovanni Lucia non manda giù il riferimento all’antifascismo: «Che bisogno c’era? È stato come accusare me, e tutti i cittadini che mi hanno votato, di essere fascisti. A Colosimi, se non sei di sinistra devi essere per forza di destra».

Il 29 giugno s’insedia il Consiglio comunale: Giovanni Lucia indossa la fascia tricolore e pronuncia il discorso programmatico: «Apro l’intervento con una frase di don Luigi Sturzo, era antifascista, io sono fascista ma amo parlare di lui». L’opposizione chiede al segretario comunale Mariarosa Chiarella di mettere a verbale la grave affermazione.

Il gruppo consiliare Adesso Colosimi scrive al prefetto Vittoria Ciaramella, affinché richiami il sindaco Giovanni Lucia al rispetto dei valori costituzionali e democratici. Nella lettera aperta si legge: «È possibile che un sindaco possa pronunciare queste vergognose parole? È possibile che ci sia così poco rispetto per i partigiani che hanno lottato per la libertà di ognuno di noi. Portare il tricolore è un onore grandissimo e va fatto con la massima attenzione».

«Sono intenzionato a tutelarmi nelle sedi opportune». Il sindaco Giovanni Lucia chiarisce che la sua era soltanto ironia e annuncia querela: «Il consigliere Francesco Palermo ha l’età di mio figlio, ma non sono più disposto a tollerare tutto il fango che continua a gettarmi addosso. Durante la campagna elettorale, mi ha coperto di insulti e ha pronunciato nei miei confronti frasi che non oso neanche ripetere. Le pare che se fossi un fascista, avrei scelto come vice sindaco uno che ha la tessera di Rifondazione comunista? Per me parlano i fatti. Non c’è bisogno di andare in giro vestiti da proletari, per stare al fianco dei bisognosi. Io per la gente di Colosimi ci sono sempre, di giorno e di notte. E mi stimano per questo».

La prefettura di Cosenza ha un ufficio preposto a raccogliere i reclami che giungono dalle minoranze comunali. In attesa di capire come l’ufficio territoriale del Governo intenda muoversi e se il richiamo ai valori democratici richiesto dal gruppo consiliare Adesso Colosimi ci sarà oppure no, il sindaco Giovanni Lucia confessa di avere questioni più serie e delicate alle quali dedicarsi: «Il dissesto finanziario del Comune è dietro l’angolo, quello idrogeologico non se n’è mai andato e il paese rischia lo spopolamento». Ps: l’articolo è pronto alla pubblicazione, quando arriva la telefonata del vicesindaco “comunista” di Colosimi Antonio Maletta detto Lello: «Il sindaco Giovanni Lucia è la persona più buona che io conosca, non esiste proprio che qualcuno lo accusi di essere fascista».

 

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