All'indomani della decisione del Ministero l'ex primo cittadino esce allo scoperto: «Ricorreremo in tutte le sedi»
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A tre anni dall’insediamento della maggioranza, che ha appoggiato il sindaco Fuda nelle elezioni di maggio 2015, è giunta la notizia dello scioglimento del consiglio comunale di Siderno per infiltrazione mafiosa, che ha gettato amministratori e consiglieri nel più profondo sconforto. Così l’ormai ex primo cittadino ha chiamato a raccolta la cittadinanza per provare a capire cosa possa essere successo.
«La compagine che ha governato Siderno fino ad ora – ha espresso la maggioranza - era certamente estranea a comportamenti ed ideologie mafiose, ma vedeva nella onestà, lealtà amministrativa, trasparenza, correttezza, nei principi di buona amministrazione il proprio faro ed il fine per cui valeva la pena lavorare».
Nei tre anni di amministrazione, molte cose sono state fatte e molte altre si trovano nel cantiere della “Fabbrica di Pietro”, alcune in dirittura d’arrivo che probabilmente non vedranno mai la luce. «Al momento lo sconcerto è dovuto soprattutto al fatto che – ha rimarcato il sindaco Fuda - non essendo ancora stato notificato il decreto di scioglimento, non siamo nelle condizioni di conoscere le motivazioni che hanno portato a tale decisione, per cui non solo il sindaco e la sua maggioranza sono del tutto ignari di quanto ruota attorno a loro, ma un’intera comunità viene additata e colpita da un’onta terribile, senza sapere neanche il perché».
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