Giusy Iemma rimane favorita per la segreteria ma nel partito non manca chi vuole sovvertire il pronostico. Determinante sarà il volere del nuovo plenipotenziario locale Dem Ernesto Alecci
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Lo si era scritto ieri, e lo si ribadisce oggi, in casa Pd Catanzaro la situazione rischia di deflagrare facendo saltare gli accordi per gli incarichi davvero ambiti che sembravano invece blindati fino a pochissimo tempo fa. L’ultima notizia, per certi versi clamorosa, è il tentativo di sgambetto alla persona strafavorita in competizione per la segretaria provinciale Giusy Iemma, la cui probabile (di più: pressoché certa) designazione al coordinamento Dem della provincia - al pari di quella della candidatura dell’aspirante sindaco Nicola Fiorita (leader di Cambiavento) per conto di una potente fazione degli stessi Democrat - è adesso in discussione. O meglio, minata da ipotesi alternative le cui chance - diciamolo subito - dipendono però dalla reale volontà di una figura predominante: il neoconsigliere regionale e già sindaco di Soverato Ernesto Alecci. Che - si mormora - oltre a essere divenuto un “uomo forte” in Calabria del partito lettiano, e non solo, avrebbe anche esteso la sua “longa manus” sulla complessa area catanzarese di cui sarebbe divenuto un big assoluto. Soprattutto nel centrosinistra, è chiaro, ma con buoni uffici pure sul fronte opposto. E, a riguardo, va sottolineato che se in passato ne erano arcinoti i rapporti di stima, fra l’altro ricambiata per intero, con alcuni maggiorenti del gruppo aielliano, ora è altrettanto palese l’idillio con il presidente dell’assise di Palazzo Campanella, Filippo Mancuso.
Una collaborazione, quantomeno definibile bipartisan, sublimata dal patto sulla fusione fra le aziende ospedaliere attive nel capoluogo (Pugliese-Ciaccio e Materdomini), che lascia invece molti dubbi sul piano tecnico e metodologico a grandi esperti del settore quali - in primis - l’ex sfidante di Roberto Occhiuto per la poltrona di governatore, Amalia Bruni, di professione scienziata. Non granché, anzi niente, si sa infatti, come si rimarca sovente in proposito, della strutturazione del nuovo bilancio unico (anche considerata la massa debitoria di gran lunga superiore dell’Ao universitaria salvo intervenga un provvidenziale “stralcio” dal punto di vista contabile) così come sono scarsissime le informazioni relative alla riorganizzazione operativa con, ad esempio, l’ospedale Pugliese in grave pericolo di “spoliazione” in favore del policlinico di Germaneto.
Una situazione un po’ particolare che - comunque sia - avvalora la centralità in ogni ambito di Alecci, il quale oltretutto d’intesa con un altro esponente territoriale di punta dei Dem, qual è il deputato Antonio Viscomi, dovrebbe essere uno dei principali e più autorevoli garanti politici delle due operazioni: Iemma-segretaria e Fiorita-sindaco (il prof, però, è dal canto suo forte dell’indubbia circostanza che per lui si stanno spendendo in parecchi. E da diverse parti). Occorre dare tuttavia seguito a boatos, sempre più insistenti, relativi invece ad altri nomi per il coordinamento provinciale.
Si parla di gente che, non è dato ancora sapere se con (o contro, ma è difficile) il gradimento dell’influente e affiatata già citata coppia Alecci-Viscomi, sarebbe intenzionata a mettere in tavola le carte con il dichiarato intento di sovvertire l’ordine… costituito al congresso. Il riferimento è, nella fattispecie, all’ex segretario cittadino del Pd Salvatore Passafaro (rispetto a cui abbiamo elementi certi sulla sua idea di essere in lizza) e al primo cittadino di San Pietro a Maida Domenico Giampà. Il quale a riguardo ha risposto: «In queste ore mi sto confrontando con gli amministratori e i circoli Democrat al fine di capirne l’orientamento. Non posso quindi ancora considerarmi sceso in campo. Ma scioglierò le riserve a giorni, dopo cioè che avrò il quadro completo». Su Giampà, al di là di tutto è utile ricordare come, nel caso in cui dovesse candidarsi, vivrebbe una sorta di nemesi o di remake, se preferite, del film visto 7-8 anni orsono, quando da giovanissimo esponente del Pd lanciò il guanto di sfida, senza timori di sorta, a Enzo Bruno per svolgere il medesimo ruolo salvo poi però deporre le armi a un soffio dal traguardo.