Schermaglie, telefonate, confronti e mezze verità. Il Partito democratico vive ore febbrili in vista della data del 4 febbraio, quando scadranno i termini per la consegna delle candidature alle segreterie provinciali. Non c’è angolo di Calabria dove qualcuno possa affermare con certezza che si andrà a congresso. Lo spettro del rinvio agita Nicola Irto, chiamato alla prima vera prova del nove da lider maximo regionale in vista di ciò che poi succederà per le politiche. A Cosenza e Reggio Calabria il silenzio fa un gran rumore, segno che si sta giocando una partita campale e con protagonisti scesi in campo direttamente da Roma. È in questi territori che si decideranno gli equilibri al netto dei risvolti che poi regalerà Catanzaro.

Partita a due in riva allo Stretto

In riva allo Stretto il testa a testa è tra Sebi Romeo e Gianni Nucera. Vantano sostenitori importanti, influenti: lo stesso Irto e l’ex sindaco Italo Falcomatà. Gli appelli all’unità sono caduti nel vuoto, ma la speranza di arrivare ad un candidato di sintesi resta viva. Mancano tre giorni all’ora “X”, poi si assisterà ad uno scontro con rari precedenti. A meno che non venga procrastinata ancora la resa dei conti.

A Cosenza Pecoraro favorito

A nord, invece, è Boccia a non dare la benedizione al favorito Vittorio Pecoraro. Anche in questo caso sono state poste diverse ipotesi sul tavolo, come ad esempio quella di concentrare tutte le forze sull’avvocato Sergio Campanella. Per adesso non c’è apertura, in più il Responsabile delle Autonomie Territoriali del Pd non vede di buon occhio neppure che l’attuale commissario Maria Locanto ricopra la carica di Presidente o vice segretario della Federazione bruzia.

Sul tavolo da poker, restando a Cosenza, c’è anche la questione delle elezioni provinciali. Boccia spinge per Flavio Stasi e con un rinvio del congresso la sua candidatura sarebbe cosa fatta. Viceversa, Pecoraro e la parte politica a supporto penserebbero più al sindaco di Spezzano Albanese Ferdinando Nociti (già in carica pro tempore) o a quello di Cetraro Ermanno Cennamo.

A Catanzaro in ballo anche la candidatura a sindaco

Insomma, il quadro sarebbe già definito se solo non si uscisse da una lunga fase commissariale. Uno slittamento darebbe a Roma la facoltà di decidere le candidature provinciali, compreso l’aspirante sindaco di Catanzaro, rimandando il ritorno all’autonomia dei territori. Irto pertanto non vuole sentir parlare di rinvio e spinge affinché i congressi si tengano, magari con un nome che stia bene a tutti. In caso contrario dovrebbe essere Boccia ad assumersi la piena responsabilità della cosa. Il sentiero tracciato è più simile al filo di un rasoio dove camminare non è facile. Figurarsi correre, considerato che mancano meno di 72 ore.